CS: Filtri solari, da pediatri e dermatologi 6 regole d’oro per un’esposizione sicura
- 04 Lug 2024 alle 10:30:11
Alla luce delle più recenti ricerche, l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) raccomanda una serie di regole che partono da un principio: il filtro solare non deve essere la nostra unica difesa
MILANO, 20/06/2024 – Esporci al sole fa bene, ma le scottature vanno assolutamente evitate, specialmente in giovane età. Per evitare le scottature però, l’unica strada non può e non deve essere il filtro solare, che può presentare rischi sottovalutati per la salute. Questo il senso del Position Paper firmato da un team di pediatri e dermatologi, che ha preso in considerazione le ultime ricerche scientifiche disponibili in fatto di filtri solari. Il Position Paper è stato pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology e sul sito dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) (qui il PDF).
“I filtri solari possono essere chimici o fisici. Ci sono evidenze scientifiche che i filtri chimici attraversano la pelle e passano in circolo. In molti casi hanno azione di interferenza endocrina: un rischio importante, soprattutto durante la vita fetale, nella prima infanzia e in adolescenza, tanto che la Food and Drug Administration americana non ha concesso la definizione di “efficacia e sicurezza” e l’American Academy of Pediatrics suggerisce di evitarli”, spiega Annamaria Moschetti, pediatra dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP) e prima firmataria della ricerca.
I filtri fisici invece sono quelli effetto “fantasma” o “calcina”, più sicuri proprio perché restano superficiali, ma poco estetici. Per questo motivo negli ultimi anni sono stati formulati in nanoparticelle, e purtroppo ci sono prove controverse sulla possibilità che questo li abbia resi poco sicuri, perché potrebbero facilmente attraversare la pelle e dare origine a pericoli per la salute umana. Non dimentichiamoci poi che tutti i filtri – specialmente i chimici - possono interferire con gli ecosistemi danneggiandoli, e colpendo così nuovamente la salute umana.
Non a caso l’Istituto Superiore di Sanità prescrive (da tempo) l’uso di filtri solari solo quando l’esposizione al sole è “inevitabile”. A questo link.
Il Position Paper di ACP recita: “Alla luce di quanto evidenzia una robusta e recente letteratura scientifica accreditata, ci corre l’obbligo, scientifico ed etico, di segnalare la possibilità di danni alla salute per l’utilizzo di filtri solari chimici ma anche fisici se con formulazioni “nano”.
QUINDI CHE FARE? Le 6 regole d’oro dei pediatri
- Esponiamoci al sole gradualmente, abituando la pelle a sviluppare le proprie difese naturali.
- I vestiti sono il sistema più efficace e sicuro per proteggersi dal sole. Al fine di limitare la nostra esposizione, copriamoci con indumenti larghi e a trama fitta, possibilmente di colore scuro. Controlliamo la sicurezza solare di un tessuto tenendolo esposto alla luce: se riesci a vedere attraverso, i raggi UV possono facilmente penetrare nel tessuto e raggiungere la pelle.
- Nessuna esposizione al sole “a pelle nuda”, nel periodo estivo, per le donne incinte e i minori di 2 anni tra le 10 e le 17, in modo da evitare di spalmare filtri a questa categoria particolarmente a rischio. Nelle età successive, le creme solari possono essere usate avendo cura di consultare prima il proprio medico di fiducia.
- Cerchiamo e creiamo l’ombra in spiaggia, portando magari una piccola piscina d’acqua sotto l’ombrellone per rendere più sicuro (e piacevole) il gioco dei più piccoli.
- Indossiamo un cappello leggero ma abbastanza ampio da ombreggiare viso e collo e usiamo gli occhiali da sole.
- Sono disponibili in commercio indumenti tecnici capaci di filtrare i raggi solari, adatti anche al bagno in acqua, da usare in particolari occasioni.
A seguito di una richiesta di chiarimento espressa via social all’ISS, che abbiamo citato tra le nostre fonti, lo stesso Istituto ha tenuto a precisare:
“L'Istituto Superiore di Sanità è citato nel position paper ma nessuno dei suoi esperti è stato consultato nella preparazione del documento, pertanto le posizioni espresse non possono essere associate a quelle dell'Istituto. Per quanto riguarda le affermazioni riportate nel post di presentazione del documento, precisiamo quanto segue: le creme solari vanno usate quando l'esposizione è inevitabile non perché siano considerate pericolose, ma perché la loro efficacia è limitata per vari motivi: perché la protezione dagli UV non è al 100% (una crema con SPF 15 fa passare nella pelle il 7% degli UV, una con SPF 30 il 3%, una con SPF 50 il 2%), perché le persone non le utilizzano come previsto (cioè usandone in quantità adeguata e ripetendone l'applicazione come suggerito, questo anche per via del costo delle creme) e perché danno un falso senso di sicurezza che porta le persone a prolungare l'esposizione. Devono essere considerate come l'ultimo presidio quando tutte le altre misure preventive non vengono adottate (per scelta o per impossibilità, consideriamo che ci sono anche persone che lavorano sotto il sole, non si parla solo di esposizioni "ricreative"). Una volta che si renda necessario l'utilizzo di creme solari allora queste non vanno usate "il meno possibile", ma al contrario "il più possibile" spalmandole in maniera abbondante e ripetendone l'applicazione”.
ACP ha risposto nel seguente modo:
“Ringraziando l’ISS per il suo intervento, precisiamo alcuni punti:
1) leggiamo che "L'Istituto Superiore di Sanità è citato nel position paper ma nessuno dei suoi esperti è stato consultato nella preparazione del documento, pertanto le posizioni espresse non possono essere associate a quelle dell'Istituto". Precisiamo che il Position Paper riporta come fonte le dichiarazioni dell'ISS pubblicate sul suo sito, https://www.epicentro.iss.it/ uv/, in cui si legge: "Ricordare che le creme solari non servono per stare di più al Sole, ma per proteggersi quando l’esposizione è inevitabile".
2) Concordiamo con ISS che "le creme solari vanno usate quando l'esposizione è inevitabile perché la loro efficacia è limitata per vari motivi" e che "Devono essere considerate come l'ultimo presidio quando tutte le altre misure preventive non vengono adottate". Il meno possibile è da intendersi esattamente come dice ISS: "Come l’ultimo presidio, ovvero quando tutte le altre misure preventive non possono essere adottate", non certo nel minor quantitativo possibile, come è ben chiarito nel Position Paper.
3) Quanto alla sicurezza nell’uso delle creme solari, ricordiamo che le conclusioni del Position Paper su cui ci basiamo comprendono una ampia e recente bibliografia e invitiamo tutti a prenderne visione a questo link https://shorturl.at/yXD9Z. Il Position Paper è stato pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology (https://shorturl.at/EZHxf) e presenta tra i suoi firmatari prestigiosi dermatologi e ricercatori.
L’FDA americana riporta che al momento i filtri chimici non possono essere classificati come sicuri ed efficaci. Le ragioni di questa prudenza - che condividiamo - risiedono nel documentato assorbimento attraverso la pelle.
Per tutte le ragioni sopra esposte, riteniamo che sia utile e necessario consultare il proprio medico per farsi aiutare nella scelta relative alla necessaria protezione solare, soprattutto nei primi mille giorni.
Si ringrazia ISS per aver richiamato il nostro messaggio, consentendoci così di chiarirne alcuni punti”.
ACP ha risposto nel seguente modo:
“Ringraziando l’ISS per il suo intervento, precisiamo alcuni punti:
1) leggiamo che "L'Istituto Superiore di Sanità è citato nel position paper ma nessuno dei suoi esperti è stato consultato nella preparazione del documento, pertanto le posizioni espresse non possono essere associate a quelle dell'Istituto". Precisiamo che il Position Paper riporta come fonte le dichiarazioni dell'ISS pubblicate sul suo sito, https://www.epicentro.iss.it/
2) Concordiamo con ISS che "le creme solari vanno usate quando l'esposizione è inevitabile perché la loro efficacia è limitata per vari motivi" e che "Devono essere considerate come l'ultimo presidio quando tutte le altre misure preventive non vengono adottate". Il meno possibile è da intendersi esattamente come dice ISS: "Come l’ultimo presidio, ovvero quando tutte le altre misure preventive non possono essere adottate", non certo nel minor quantitativo possibile, come è ben chiarito nel Position Paper.
3) Quanto alla sicurezza nell’uso delle creme solari, ricordiamo che le conclusioni del Position Paper su cui ci basiamo comprendono una ampia e recente bibliografia e invitiamo tutti a prenderne visione a questo link https://shorturl.at/yXD9Z. Il Position Paper è stato pubblicato sull’European Journal of Pediatric Dermatology (https://shorturl.at/EZHxf) e presenta tra i suoi firmatari prestigiosi dermatologi e ricercatori.
L’FDA americana riporta che al momento i filtri chimici non possono essere classificati come sicuri ed efficaci. Le ragioni di questa prudenza - che condividiamo - risiedono nel documentato assorbimento attraverso la pelle.
Per tutte le ragioni sopra esposte, riteniamo che sia utile e necessario consultare il proprio medico per farsi aiutare nella scelta relative alla necessaria protezione solare, soprattutto nei primi mille giorni.
Si ringrazia ISS per aver richiamato il nostro messaggio, consentendoci così di chiarirne alcuni punti”.