Anno. 2024, Volume. 31, N. 4, Pag. 160-164

Identificare i ritardi nello sviluppo del linguaggio a 2-3 anni: il ruolo determinante del pediatra

Arianna Bello, Silvia Stefanelli, Maristella Scorza, Michela Camia, Erika Benassi
Arianna Bello1, Silvia Stefanelli2, Maristella Scorza3, Michela Camia3, Erika Benassi4* - 1 Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma Tre; 2 Dipartimento di Scienze Umane, Università della Repubblica di San Marino;3 Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, Università di Modena e Reggio Emilia; 4 Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Università di Modena e Reggio Emilia

Vuoi citare questo articolo? DOI: 10.53141/QACP.2024.160-164

I genitori si rivolgono al pediatra quando i loro figli all’età di 2-3 anni non sono in grado di parlare, mentre la maggior parte dei bambini di questa età vi riesce con facilità. La preoccupazione dei genitori è spesso giustificata e per questo andrebbe accolta dal pediatra che di fronte a un lento sviluppo del linguaggio potrebbe svolgere un colloquio mirato con i genitori per indagare le possibili cause e condurre un’osservazione dello sviluppo del linguaggio infantile, adottando agili strumenti di rilevazione. Inoltre, il pediatra potrebbe suggerire alla famiglia alcune strategie di base per migliorare le capacità linguistiche infantili e, in caso di esito positivo allo screening condotto, accompagnare le famiglie a prendere contatto con gli specialisti che svolgeranno un approfondimento clinico per esaminare il profilo di sviluppo del bambino. Data la continuità esistente tra condizioni di ritardo di linguaggio, disturbo di linguaggio e di apprendimento, è necessario abbandonare l’approccio denominato wait and see, “aspetta e vedi”, e adottare precocemente strategie di intervento mirate ed efficaci che modifichino sensibilmente le traiettorie di sviluppo linguistico.

Parents seek the guidance of pediatricians when their children, aged 2-3 years, exhibit delays in expressive language acquisition, a milestone typically achieved by the majority of children within this age range. The parents’ concerns are often well-founded and warrant attention from pediatricians. With the aim to identify language delays, pediatricians should engage in targeted dialogue with parents to explore potential individual and environmental risk factors, and also use efficient screening tools for language development. Furthermore, they may recommend behavioral strategies aimed at enhancing the child’s linguistic competencies. In cases where this initial observation indicates developmental concerns, pediatricians should accompany the family in contacting specialists for in-depth clinical evaluations of the child’s developmental trajectory. Given the continuity between conditions of language delay, language disorder, and learning disability, it is necessary to move away from the “wait and see” approach and adopt early on targeted and effective intervention strategies that significantly alter language development trajectories.


Quaderni acp - 2024; 31(4)

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