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È allarme meningite in Toscana «Parte la vaccinazione di massa»

  • 22 Feb 2016 alle 18:25:55
Riunione a Roma: serve un milione di dosi. Costo: 30 milioni. «Negozieremo i prezzi»

di Marco Gasperetti

9 feb. FIRENZE [IlCorriere] Non è ancora un’epidemia, per fortuna. Ma il «problema sanitario emergente», come lo chiama la task force medica che in Toscana lo sta combattendo da un anno e un mese, ha superato la soglia di attenzione ed è diventato una vera emergenza. La meningite sembra non fermarsi più. Nove morti (due quest’anno), 50 casi: 38 nel 2015, 12 in questo inizio di 2016 con un’escalation solo in parte prevedibile e giustificabile dai mesi freddi, quelli preferiti dai vari ceppi dell’insidioso meningococco.

L’andamento del contagio

L’ultimo caso, un paio di giorni fa, ha colpito un’estetista 50enne di Montelupo Fiorentino che ogni mattina andava al lavoro in treno e che ha costretto a eseguire la profilassi di massa sui pendolari di quel convoglio. Ma ancora prima c’erano stati studenti, impiegati, operai, giovani e anziani anche sopra i 70 anni. E soprattutto un andamento del contagio così anomalo da spiazzare qualunque epidemiologo. Nessuno riesce a capire perché a sud dell’Arno i casi sono limitati, mentre aumentano a nord del fiume e si concentrano su un’area della Toscana centrale, quella che ruota attorno a Firenze, Prato, Empoli e Pistoia. Proprio qui sta partendo una «campagna di vaccinazione intensiva» decisa ieri al termine di un incontro al ministero tra l’assessore alla Sanità della Regione, Stefania Saccardi, e il ministro Beatrice Lorenzin. Si prevedono vaccinazioni gratuite per oltre un milione di persone oltre alle quasi 260 mila che già lo hanno fatto, anche oltre i 45 anni, limite fissato sino a ieri per avere il beneficio del trattamento gratuito. Nelle altre province della regione, anche quelle meno martoriate dal morbo, la gratuità resta sino a 45 anni ma dopo ci sarà una riduzione del ticket.

La corsa ai vaccini

Il ceppo più insidioso del meningococco di tipo C è l’St11. In Toscana potrebbe essere arrivato un paio di anni fa trasportato da una nave cargo nel porto di Livorno. Il clone che sta colpendo in questi giorni è diverso e non si esclude che possa essersi modificato nel tempo. È forte e insidioso ma si può combattere e vincere. «Il problema adesso è reperire in tempi brevi i vaccini — spiega Francesco Mazzotta, direttore della struttura operativa di malattie infettive dell’Azienda Usl Centro Toscana —. L’obiettivo è arrivare alla maggior percentuale di copertura, non inferiore al 70%-80%, che offre un buon antidoto contro il diffondersi della meningite». Non è semplice. Ieri mattina le scorte sono terminate a Lucca e Capannori, dove negli ultimi giorni sono state vaccinate oltre 2 mila persone. «Abbiamo chiesto ulteriori 8 mila dosi che stanno arrivando — annuncia Alberto Tomasi, direttore del dipartimento della prevenzione di Lucca — e già domani mattina (stamani) sarà possibile tornare a vaccinarsi». L’Agenzia italiana del farmaco si è dichiarata disponibile ad aiutare la Toscana nel reperimento dei vaccini e nella negoziazione del prezzo. Uno studio dell’Istituto superiore di sanità cercherà di far luce sulla durata della protezione dei vaccini. Uno degli ultime casi di contagio è avvenuto su un giovane che si era già vaccinato cinque anni fa.

Il focolaio e i fondi

C’è da preoccuparsi? «No, anche se quello toscano è un focolaio importante — dice Giovanni Rezza, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore della sanità — ed è importante ciò che è stato deciso tra Regione e ministero. Vaccinarsi è fondamentale e non ci sono controindicazioni, la tolleranza di questo vaccino è ottima». Serviranno trenta milioni di euro per un milione di vaccini. «Ci sarà una sorta di solidarietà interregionale», ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi. E Federico Gelli, parlamentare e responsabile sanità del Pd, sottolinea: «Sono previste risorse anche del ministero e i finanziamenti verranno individuati all’interno del Patto della salute che prevede misure proprio per intervenire in casi di emergenza come questa». Intanto nasce un’unità di monitoraggio permanente per valutare sotto il profilo epidemiologico l’evolversi della situazione.

9 febbraio 2016 (modifica il 9 febbraio 2016 | 23:44)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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