Consiglio dei Ministri dell’Ambiente UE del 16.12.2015: L’Italia, la revisione della Direttiva sui Limiti alle Emissioni Nazionali (NEC) e le misure di implementazione dei test auto su strada (RDE)
- 07 Dic 2015 alle 11:40:23
_
_
_ Milano –Roma, 4 dicembre 2015
Al: Ministro dell’Ambiente e della Tutela e del Territorio e del Mare, Dott. Gian Luca Galletti mattm@pec.minambiente.it segreteria.ministro@pec.minambiente.it
e per cc:
Ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio segreteria.ministro@mit.gov.it
Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin segreteriaministro@sanita.it
Presidente della Camera, Laura Boldrini laura.boldrini@camera.it
Presidente del Senato, Pietro Grasso pietro.grasso@senato.it
Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci REALACCI_E@CAMERA.IT
_
Consiglio dei Ministri dell’Ambiente UE del 16.12.2015: L’Italia, la revisione della Direttiva sui Limiti alle Emissioni Nazionali (NEC) e le misure di implementazione dei test auto su strada (RDE).
_
Caro Ministro,
il prossimo 16 dicembre Lei sarà chiamato a esprimere la posizione dell’Italia su due temi importantissimi e che incideranno fortemente sulla qualità dell’aria che respireranno i cittadini italiani nel prossimi decenni: la revisione della Direttiva NEC e le misure di implementazione per l’introduzione dei test su strada (Real Driving Emissions). Per questo oggi desideriamo ricordarLe che l’inquinamento dell’aria ha, sulla nostra popolazione e il nostro paese, un impatto che non è esagerato definire spaventoso. Il Progetto VIIAS, (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio e realizzato nel quadro delle iniziative del Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute ha stimato che “..l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30mila decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). In termini di mesi di vita persi, questo significa che l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole. Gli effetti sono maggiori al Nord e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite all’anno.” Lo stesso studio ci indica che “l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 23mila decessi attribuibili al biossido di azoto (NO2), pari al 4% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). Gli effetti sono maggiori al Nord e il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 14.400 vite all’anno. Solo il costo correlato al danno sanitario derivante dall’inquinamento atmosferico è stato stimato per l’Italia in una cifra che va da 47,5 a 142,5 miliardi/anno1. L’aria inquinata danneggia il nostro patrimonio artistico e i nostri monumenti storici, la natura e sulla biodiversità, riduce e danneggia i raccolti.
La Direttiva NEC Dopo due anni di negoziato interno crediamo sia giunto il momento per il Consiglio di concordare una posizione. Le chiediamo oggi di fare in modo che il livello di ambizione della Direttiva nella riduzione delle emissioni sia alto affinché il beneficio per i cittadini europei e la loro salute possa essere massimo.
In particolare Le chiediamo di:
1. Sostenere l’adozione di impegni di riduzione vincolanti e ambiziosi al 2025 e 2030. Le analisi della Commissione Europea dimostrano che riduzioni delle emissioni ambiziose compensano il costo sopportato per ottenerle con benefici molto maggiori. Oggi si prevedono riduzioni ancora maggiori quale risultato della Politica Europea su Clima e Energia, principalmente grazie alla riduzione del consumo di carburanti fossili.2 E’ dunque possibile ottenere un incremento della riduzione dell’impatto sanitario al 2030, proposta dalla Commissione al 52%, senza costi aggiuntivi. Consideri che dal 2005 al 2010 la crisi economica è stata capace di produrre in Italia, secondo lo studio VIIAS, una riduzione dell’impatto sanitario di circa il 50%. Politiche adeguate possono quindi certamente incidere di più creando, viceversa, lavoro e sviluppo. Inoltre, per una tempestiva protezione dei cittadini, è indispensabile non perdere tempo. Azioni tempestive in vista di limiti vincolanti al 2025 che Le chiediamo di sostenere, anche in coerenza a quanto deliberato dal Parlamento Europeo3, darebbero benefici importanti e salverebbero migliaia di vite umane.
2. Respingere le flessibilità proposte che renderebbero la Direttiva meno efficace. Siamo particolarmente preoccupati dalla possibilità di includere nella Direttiva talune flessibilità proposte da alcune delegazioni, come quella di adeguamento di inventari di emissioni e fattori emissivi o quella che ipotizza medie triennali in caso di condizioni metereologiche particolari. Le manchevolezze rispetto ai fattori emissivi e le condizioni atmosferiche particolari devono condurre a misure aggiuntive non il contrario. Queste flessibilità se adottate causerebbero una crescita delle emissioni e dunque un incremento del danno sanitario e renderebbero la Direttiva più difficilmente applicabile e meno efficace, inviando così un messaggio confuso al pubblico.
3. Mantenere il metano nell’ambito della Direttiva includendovi il limiti al Mercurio. L’Italia è uno dei pochi paesi europei in cui si registrano livelli di ozono, di cui il metano è un precursore, in crescita4. Deve quindi essere un punto di responsabilità del nostro Governo quello di fare in modo che il metano venga inserito nella Direttiva per proteggere la popolazione dall’impatto dell’ozono. L’argomento di alcuni Stati Membri secondo cui il metano sarebbe già regolamentato in base alla cd. Effort Sharing Decision (ESD) è senza fondamento pratico. La cd. ESD impone agli Stati Membri unicamente di ottenere una riduzione complessiva dei gas serra previsti, non invece una riduzione specifica per il metano: il risultato è che poco o nulla è stato fatto per il metano. Quanto al Mercurio, le sue emissioni in aria causano un danno grave alla salute ed agli ecosistemi e la sua inclusione nella Direttiva consentirebbe di garantire le riduzioni delle emissioni previste dalla nuova Convenzione di Minamata convention.
I test Real Driving Emissions (RDE) A dispetto del Dieselgate, della notorietà dell’utilizzo diffuso da parte delle case automobilistiche di accorgimenti per ridurre fittiziamente le emissioni delle auto solo in fase di omologazione, della violazione dei limiti all’NO2 in moltissimi Stati Europei, dell’avvio di molte procedure di infrazione ad esse connesse e del danno gravissimo che deriva alla salute delle persone dalle emissioni degli ossidi di azoto, il Comitato dei Tecnici degli Stati Europei sui Veicoli a Motori - chiamato ad adottare il cd. Secondo pacchetto sui test su strada - il 28 ottobre scorso, ha deciso di stravolgere i limiti di emissione delle automobili diesel decisi dagli Stati Membri nel 2007 (Reg. 715/2007). Gli esperti nazionali hanno infatti concordato di consentire alle auto diesel Euro 6 di emettere oltre il doppio del limite Euro 6 per i NOX dal 2017 al 2020 (fattore conformità 2.1), ed il 50% in più dopo il 2020 (fattore di conformità 1.5) incrementando quindi lo standard emissivo vigente (80 mg/km) a 120 mg/km per sempre. La tecnologia che consente alle auto di rispettare il limite vigente per le emissioni di NOX esiste ed ha un costo ridotto. Negli Stati Uniti, dove vigono limiti molto più restrittivi le stesse case automobilistiche operanti in Europa rispettano quegli standard. E’ dunque cruciale che il nostro Governo ritorni sulla decisione del Comitato dei Tecnici per proteggere la popolazione dal danno grave che ne deriverebbe. Solo così si può impedire che si percepisca questa decisione come l’ennesimo successo della pressione delle case automobilistiche a scapito del bene pubblico e che, inoltre, si invii un messaggio grave implicante l’esonero di queste imprese dallo sforzo collettivo per affrontare questo problema. Le chiediamo quindi di sostenere l’adozione di un sistema di test RDE che comporti un fattore di conformità, raggiungibile, pari a 1. Ritardare l’azione per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico comporterebbe benefici unicamente per pochi inquinatori ma causerebbe conseguenze gravi per la salute delle persone e costi per la nostra società.
Oggi Le chiediamo di archiviare ogni ritardo e di sostenere un’azione incisiva, su tutti i fronti, da cui discenderà grande beneficio per tutti noi.Cordiali saluti,
Agenzia Nazionale per la Prevenzione APS - Prof. Giacomo Mangiaracina Altroconsumo - Luisa Crisigiovanni Ambiente e Scienze - Benito Fiori ASPO Italia - Luca Pardi Associazione Culturale Pediatri – Federica Zanetto Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus - Francesco Tempesta Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia – Roberto Romizi ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus, Lidia Rota Vender Cittadini per l’Aria onlus - Anna Gerometta CycloPride Italia APS– Federico Del Prete FIAB onlus – Giulietta Pagliaccio Fondazione Imation – Guido Maria Brera Fondo Ambiente Italiano – Andrea Carandini Greenpeace Italia – Giuseppe Onufrio Legambiente Onlus - Vittorio Cogliati Dezza Spezia via dal Carbone – Daniela Patrucco Retenergie Società Cooperativa – Marco Mariano Verdi Ambiente e Società – Sen. Guido Pollice WWF Lombardia – Paola Brambilla
Oltre a
Francesco Forastiere Dipartimento di Epidemiologia del Lazio
Dr. Vittorio Sergi DESP - Dipartimento di Studi Economia, Società e Politica
Pier Mannuccio Mannucci, Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico
_________________________________________
1. Cost-benefit Analysis of Final Policy Scenarios for the EU Clean Air Package, March 2014 https://www.iiasa.ac.at/web/home/research/researchPrograms/MitigationofAirPollutionandGreenhousegases/TSAP_CBA_corresponding_to_IIASA11_v2.pdf 2. European Parliament Impact Assessment, IIASA, November 2014: https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2014/528802/EPRS_STU(2014)528802_REV1_EN.pdf 3. European Parliament plenary vote, 28 October 2015 4. Air Quality in Europe Report, EEA, p. 11, https://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2014