Anno. 2024, Volume. 31, N. 6, Pag. 268-274

Otomastoiditi: un problema sempre presente

Rosalia Muciaccia, Celeste Raguseo, Claudia Rossini, Vittorio Greco Miani, Cristian Bisceglia, Melodie O. Aricò, Désirée Caselli
Rosalia Muciaccia1, Celeste Raguseo3, Claudia Rossini1, Vittorio Greco Miani1, Cristian Bisceglia1, Melodie O. Aricò2, Desiree Caselli3 - 1 Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università degli Studi di Bari 2 UO Pediatria, Ospedale G.B. Morgagni – L. Pierantoni, AUSL della Romagna, Forlì 3 UOC Malattie Infettive, Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII, Azienda Ospedaliero-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari

Vuoi citare questo articolo? DOI: 10.53141/QACP.2024.268-274

L’otomastoidite è la complicanza suppurativa più frequente dell’otite media. È quadro che, per quanto raro, deve essere attentamente indagato in caso di sospetto diagnostico. La sua ricaduta è rilevante in termini di morbilità, anche a lungo termine. La gestione sia diagnostica che terapeutica non è condivisa a livello nazionale e internazionale. La tempestiva identificazione delle complicanze di otomastoidite è fondamentale per l’ottimizzazione dell’outcome. Nonostante questo, non appare attualmente indicata l’esecuzione di imaging di secondo livello (TC o RM) a tutti i pazienti indipendentemente dalla gravità clinica; al contrario è utile una stratificazione del rischio per evitare non necessarie esposizioni a radiazioni e a sedute di sedazione pazienti a basso rischio di complicanze. Il trattamento di prima scelta è la terapia antibiotica parenterale, con molecole differenti in base al quadro clinico e a elementi anamnestici. La gestione multidisciplinare delle complicanze (extra e intracraniche) è alla base del miglior successo in termini di outcome. Gli autori propongono una flowchart diagnostico-terapeutica.

Otomastoiditis is the most frequent suppurative complication of acute otitis media. If there is a clinical suspect it must be carefully investigated. Its relapse is significant in terms of morbidity, even in the long term. There are not international or national guidelines for diagnostic and therapeutic management, so there are a lot local differences. Timely identification of complicated otomastoiditis is essential for optimizing outcome. Despite this, performing second level imaging (CT or MRI) on all patients regardless of clinical severity does not currently appear to be indicated. Clinical risk stratification is useful to avoid unnecessary exposure to radiation and sedation for patients at low risk of complications. The first line treatment is parenteral antibiotic therapy, with different molecules based on the clinical and anamnestic elements. Multidisciplinary management of complications (extra- and intra-cranial) is fundamental for the best success in terms of outcome. The authors propose a diagnostic-therapeutic flow chart.


Quaderni acp - 2024; 31(6)

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ISSN: 2039-1374

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