Il lavoro presenta i risultati della prima fase dello studio OUtMATCH, un RCT in doppio cieco multicentrico statunitense che si propone di valutare l’efficacia e la sicurezza di Omalizumab (OMA), anticorpo monoclonale anti-IgE, nel trattamento delle allergie alimentari multiple nel paziente adulto e pediatrico. In particolare, in questa prima fase del protocollo la monoterapia con OMA, in somministrazione sottocute ogni 2-4 settimane per un totale di 16-20 settimane, è stata confrontata con placebo in una coorte di 177 pazienti di età compresa tra 1 e 55 anni, per la quasi totalità bambini, allergici all’arachide e ad almeno 2 altri alimenti (anacardo, latte, uova, noce, farina e nocciola). Il lavoro ha dimostrato che la percentuale di partecipanti che ha potuto tollerare > 600 mg di arachide senza reazioni è risultata superiore nel gruppo OMA rispetto al placebo (67% vs. 7%). Anche per quanto riguarda gli altri allergeni, in questo caso considerando valori soglia >1.000 mg, sono stati osservati risultati di efficacia sovrapponibili in assenza di significative differenze in termini di sicurezza. Il lavoro mostra dati sicuramente promettenti per l’utilizzo di OMA in pazienti affetti da allergie alimentari multiple per la protezione nei confronti di esposizioni accidentali. Mancano tuttavia informazioni relative all’utilizzo in pazienti con anamnesi positiva per reazioni IgE mediate gravi e alla durata della tolleranza nel tempo dopo sospensione di OMA.
Omalizumab in the treatment of multiple food allergies: an RCT with promising results but for which (and how many) patients?
This paper shows the results of the OUtMATCH trial first stage, a randomized double-blind multicenter trial conducted in the United States, that was aimed to evaluate efficacy and safety of Omalizumab (OMA), a monoclonal anti-IgE antibody, for the treatment of multiple food allergies in children and adults. Specifically, in this first phase of the protocol, monotherapy with OMA, administered subcutaneously every 2-4 weeks for a total of 16-20 weeks, was compared with placebo in a cohort of 177 patients aged between 1 and 55 years, almost all children, allergic to peanut and at least 2 other foods (cashew, milk, egg, walnut, flour and hazelnut). The results showed that the percentage of participants who were able to consume >600 mg of peanut protein without dose-limiting symptoms was higher in the OMA group compared to the placebo group (67% vs. 7%). Similar results of efficacy were observed for the other allergens, considering a threshold value of >1.000 mg, without significant differences in terms of safety. This paper shows promising data for the use of OMA in patients with multiple food allergies for the protection against accidental exposures. However, information concerning the use in patients with history of severe IgE-mediated reactions and the duration of tolerance after OMA discontinuation are lacking.