Riforma dell’Assistenza ospedaliera e territoriale, ACP: “Estendere l’età pediatrica a 18 anni. Creare gruppi multidisciplinari razionali sul territorio. Affrontare la salute mentale come epidemia”
- 09 Ago 2023 alle 05:02:31
Milano, 07/08/2023 – L’ACP (Associazione Culturale Pediatri), facendo seguito al contributo della Società Italiana di Pediatria (SIP) ai lavori del Tavolo Tecnico Ministeriale su DM 70 e DM 77, esprime alcune considerazioni:
1. La riflessione alla base di una riorganizzazione delle cure pediatriche deve partire da unavisione centrata sui bambini e sulle famiglie.Il tema della centralità dell’età pediatrica è importante per la sua peculiarità e specificità, così come appare evidente la necessità di estendere l’età pediatrica sia in ambito territoriale che ospedaliero ai 18 anni. L’obiettivo del Tavolo di lavoro istituito dal Capo di Gabinetto del Ministro della Salute è di “..rafforzare l’integrazione tra ospedale e territorio attraverso l’aggiornamento del Dm 70/2015 e il Dm 77/2022”. Con rammarico e preoccupazione si evidenzia l’assenza della “Pediatria” dal Dm 77/2022.
2. I modelli organizzativi sia ospedalieri che territoriali vanno ripensati attraverso una riflessione interna a entrambi i sistemi, al fine di trovare risposte non solo guardando all’esterno.Ospedale e territorio sono due modelli diversi che si devono incontrare su punti di contatto, nell’ambito delle proprie riconosciute competenze, e solo dopo aver analizzato le criticità interne al proprio lavoro.
3. Un riconoscimento reciproco delle competenze farebbe entrare più clinica nel territorio, e dall’ospedale al territorio, rispondendo meglio alla domanda di salute dell’utenza. Il ragionamento da fare è tecnico-scientifico, basato sul rinforzo del territorio ritenuto necessario anche dal PNRR. La figura del pediatra di cure primarie, nel suo ruolo di prevenzione, cura e advocacy all’interno delle case di comunità è indispensabile e necessita di una profonda riflessione e ridefinizione delle sue funzioni. Conseguentemente, una risposta alla riorganizzazione territoriale si trova solo all’interno di una organizzazione di un gruppo multidisciplinare. Appare evidente come tale rinforzo non possa avvenire se il territorio diventa gregario dell’ospedale, senza riconoscimento delle sue competenze che sono quelle della pediatria di cure primarie. Diventa necessario muoversi per complessità di cura, passando dai diversi servizi del territorio all’ospedale e laddove necessario all’ospedale specializzato.
4. Nel contributo SIP la salute mentale viene affrontata solo dal punto di vista della carenza dei posti nei reparti di NPI, problema reale ma non l’unico. I problemi di salute mentale dei bambini e degli adolescenti sono notevolmente aumentati durante e dopo la pandemia, ma anche prima erano presenti molte criticità organizzative. I dati sono allarmanti e richiedono una stretta collaborazione, avviata in ACP, con le società scientifiche di NPI al fine di trovare proposte scientifiche e pratiche per rispondere a una tale emergenza che possiamo definire epidemia, che investe il territorio ancor prima dell’ospedale, ancora una volta in funzione della complessità delle cure.
5. La riorganizzazione del territorio trova risposta nella multi-professionalità, intesa come rete di collaborazione tra figure diverse. L’équipe multiprofessionale si realizza in un primo momento nel modello della Pediatria di Gruppo, dove l’integrazione paritaria tra pediatra di famiglia e infermiere/a di famiglia permette una ridefinizione di ruoli e funzioni nella presa in carico del bambino, dei suoi sistemi e nella continuità di cura. In tal modo si persegue l’integrazione multidisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti, e si pone al centro la persona. A livello territoriale abbiamo modelli sperimentati e ben funzionanti, dove il pediatra di famiglia non opera più isolato nel proprio ambulatorio, che potrebbero essere il punto di partenza per ampliare le nostre riflessioni. Diventa necessario muoversi per complessità di cura, passando dai diversi servizi del territorio alla struttura ospedaliera del livello richiesto dalla patologia e selezionata in base ai bisogni del paziente.
È in fase di elaborazione un documento con alcune riflessioni e proposte concrete da parte del Gruppo di Lavoro ACP sulla Riorganizzazione delle cure pediatriche.
Ufficio Stampa Acp - Michela Dell’Amico michela.amico@gmail.com - cell. +39 328 32 52 379
1. La riflessione alla base di una riorganizzazione delle cure pediatriche deve partire da unavisione centrata sui bambini e sulle famiglie.Il tema della centralità dell’età pediatrica è importante per la sua peculiarità e specificità, così come appare evidente la necessità di estendere l’età pediatrica sia in ambito territoriale che ospedaliero ai 18 anni. L’obiettivo del Tavolo di lavoro istituito dal Capo di Gabinetto del Ministro della Salute è di “..rafforzare l’integrazione tra ospedale e territorio attraverso l’aggiornamento del Dm 70/2015 e il Dm 77/2022”. Con rammarico e preoccupazione si evidenzia l’assenza della “Pediatria” dal Dm 77/2022.
2. I modelli organizzativi sia ospedalieri che territoriali vanno ripensati attraverso una riflessione interna a entrambi i sistemi, al fine di trovare risposte non solo guardando all’esterno.Ospedale e territorio sono due modelli diversi che si devono incontrare su punti di contatto, nell’ambito delle proprie riconosciute competenze, e solo dopo aver analizzato le criticità interne al proprio lavoro.
3. Un riconoscimento reciproco delle competenze farebbe entrare più clinica nel territorio, e dall’ospedale al territorio, rispondendo meglio alla domanda di salute dell’utenza. Il ragionamento da fare è tecnico-scientifico, basato sul rinforzo del territorio ritenuto necessario anche dal PNRR. La figura del pediatra di cure primarie, nel suo ruolo di prevenzione, cura e advocacy all’interno delle case di comunità è indispensabile e necessita di una profonda riflessione e ridefinizione delle sue funzioni. Conseguentemente, una risposta alla riorganizzazione territoriale si trova solo all’interno di una organizzazione di un gruppo multidisciplinare. Appare evidente come tale rinforzo non possa avvenire se il territorio diventa gregario dell’ospedale, senza riconoscimento delle sue competenze che sono quelle della pediatria di cure primarie. Diventa necessario muoversi per complessità di cura, passando dai diversi servizi del territorio all’ospedale e laddove necessario all’ospedale specializzato.
4. Nel contributo SIP la salute mentale viene affrontata solo dal punto di vista della carenza dei posti nei reparti di NPI, problema reale ma non l’unico. I problemi di salute mentale dei bambini e degli adolescenti sono notevolmente aumentati durante e dopo la pandemia, ma anche prima erano presenti molte criticità organizzative. I dati sono allarmanti e richiedono una stretta collaborazione, avviata in ACP, con le società scientifiche di NPI al fine di trovare proposte scientifiche e pratiche per rispondere a una tale emergenza che possiamo definire epidemia, che investe il territorio ancor prima dell’ospedale, ancora una volta in funzione della complessità delle cure.
5. La riorganizzazione del territorio trova risposta nella multi-professionalità, intesa come rete di collaborazione tra figure diverse. L’équipe multiprofessionale si realizza in un primo momento nel modello della Pediatria di Gruppo, dove l’integrazione paritaria tra pediatra di famiglia e infermiere/a di famiglia permette una ridefinizione di ruoli e funzioni nella presa in carico del bambino, dei suoi sistemi e nella continuità di cura. In tal modo si persegue l’integrazione multidisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi e dei professionisti, e si pone al centro la persona. A livello territoriale abbiamo modelli sperimentati e ben funzionanti, dove il pediatra di famiglia non opera più isolato nel proprio ambulatorio, che potrebbero essere il punto di partenza per ampliare le nostre riflessioni. Diventa necessario muoversi per complessità di cura, passando dai diversi servizi del territorio alla struttura ospedaliera del livello richiesto dalla patologia e selezionata in base ai bisogni del paziente.
È in fase di elaborazione un documento con alcune riflessioni e proposte concrete da parte del Gruppo di Lavoro ACP sulla Riorganizzazione delle cure pediatriche.
Ufficio Stampa Acp - Michela Dell’Amico michela.amico@gmail.com - cell. +39 328 32 52 379