Il vaccino anti Covid in età pediatrica
- 06 Ott 2022 alle 08:21:04
Il virus Sars-CoV-2 è il responsabile della pandemia COVID-19 che dall’inizio del 2020 si è diffusa in tutto il mondo e ha cambiato drammaticamente il vivere sociale e i nostri progetti personali, familiari e lavorativi. Nelle ultime stagioni la malattia ha presentato periodi di scarsa trasmissione alternati a momenti di alta diffusione causati dalla comparsa di numerosi ceppi di virus varianti rispetto alla forma originale
La malattia Covid
La malattia in gran parte dei casi ha i sintomi di una influenza, ma in alcuni soggetti può essere molto aggressiva fino a portare alla morte. Inoltre, ci sono alcune categorie di persone a maggior rischio di avere una malattia grave ed a volte mortale: ad es. chi soffre di diabete, obesità, disturbi dell’immunità, malattie croniche polmonari o malattie cardiovascolari. Oltre a ciò la malattia è più grave con l’aumentare dell’età.
Nei bambini, fortunatamente, il virus Sars-CoV-2 è meno aggressivo e la loro malattia è in generale meno grave rispetto a quella dell’adulto. I bambini, con il ceppo Wuhan e le prime varianti si contagiavano con più difficoltà, negli ultimi mesi invece il virus si è diffuso con più facilità tra i bambini attraverso la variante Omicron, la cui subvariante 5 è particolarmente contagiosa. Questi continui mutamenti rendono difficile fare delle previsioni. Anche se generalmente meno colpiti degli adulti, i bambini possono avere forme di malattia grave; infatti in Italia dall’inizio della pandemia al 3.08.22 - dati dell’Istituto Superiore di Sanità - sono morti 56 bambini 0-14 aa e 361 sono stati ricoverati in terapia intensiva.
Come per l’adulto, la presenza di una malattia cronica nel bambino, una patologia cardiaca, renale o respiratoria, l’obesità, l’immunodeficienza, il diabete e alcune sindromi possono portare a quadri di malattia grave o molto grave.
Le complicanze della malattia COVID19
Inoltre, i bambini possono essere colpiti da una nuova rara malattia che si manifesta poche settimane dopo la guarigione dalla COVID-19. Questa malattia si chiama MIS-C, una sigla che significa “malattia infiammatoria multisistemica del bambino”. Ad oggi in Italia si sono ammalati di MIS-C più di 200 bambini, i quali sono stati tutti ricoverati a causa dei gravi sintomi come: febbre elevata e persistente, dolore addominale, vomito, diarrea, rash cutaneo, cefalea, stato confusionale, infiammazione alle mucose; questa particolare infiammazione colpisce gli organi interni come il cuore, i reni, i polmoni, il cervello e può portare a insufficienza cardiaca e mettere il paziente a rischio della vita. Molti di questi bambini devono essere curati in reparti di terapia intensiva.
Alcuni studi hanno riportato una persistenza di sintomi anche dopo la guarigione dalla COVID. Dal 4% al 66% dei bambini, secondo i diversi studi, hanno presentato i più svariati sintomi per diverse settimane dalla fine della malattia; i più frequenti sintomi descritti sono: mal di testa, stanchezza, disturbo del sonno, difficoltà a concentrarsi, dolore addominale, dolore alle articolazioni o ai muscoli per una durata di oltre 4 - 12 settimane. Questa condizione è stata chiamata Long COVID, anche se non c’è una precisa definizione della durata dei sintomi e la loro descrizione. Recenti studi effettuati con una migliore metodologia hanno rilevato che i sintomi accusati dai bambini e dagli adolescenti che hanno avuto la COVID-19 sono gli stessi della popolazione pediatrica che non ha avuto l’infezione ma ha vissuto il disagio della pandemia. Ad oggi, quindi, non possiamo affermare che la COVID-19 sia la causa dei sintomi di malessere persistenti per settimane o mesi accusati dai bambini e dagli adolescenti.
La pandemia nell’età pediatrica non ha significato solo sintomi come la febbre, la tosse, il raffreddore o la diarrea, i bambini e gli adolescenti sono stati colpiti duramente dai cambiamenti del vivere sociale. L’isolamento, la mancanza di momenti di aggregazione tra coetanei, l’impossibilità di fare sport o altre attività di interesse ha contribuito ad aumentare il disagio mentale. Infatti, la pandemia sta causando sintomi di ansia o di depressione: è stato calcolato che fino a un bambino o adolescente su quattro soffre di questi disturbi di umore, con un aumento di prevalenza di oltre due volte rispetto al periodo precedente la pandemia da Sars-CoV-2. La frequenza di queste manifestazioni di ansia e depressione aumenta con l'età dei bambini e con l'aumento del numero dei mesi di pandemia; i paesi europei sono i più colpiti da questa ondata di disturbi dell’umore e, in special modo, le femmine presentano una più elevata frequenza di sintomi ansiosi.
Come difendere i bambini e gli adolescenti dalla pandemia.
In questi mesi per prevenire il contagio abbiamo imparato a indossare correttamente le mascherine, a lavarci le mani e a praticare un corretto distanziamento tra le persone. Questi sono comportamenti efficaci che riducono, ma non annullano, la possibilità di contagiarsi.
Il vaccino anti Covid
Dalla fine di dicembre 2020 sono stai approvati, dalle diverse agenzie governative che regolano l’immissione in commercio dei farmaci, alcuni vaccini efficaci per contrastare il virus Sars-CoV-2 nella popolazione adulta.
A distanza di 12 mesi un vaccino a base di RNA messaggero è stato approvato anche per i bambini dai 5 anni in su. Questo vaccino innovativo, quando inoculato, fornisce lo stimolo, l’RNA messaggero appunto, per far produrre alle cellule del corpo umano la proteina “Spike”, proteina usata da Sars-CoV 2 per entrare nelle nostre cellule e infettarci. Tale proteina “Spike” è capace di stimolare l’apparato immunitario a produrre le difese contro il virus. Purtroppo il virus nel tempo ha modificato la sua proteina “Spike” e di conseguenza la efficacia del vaccino a prevenire il contagio è diminuita significativamente mentre è fortunatamente rimasta alta la protezione dalla malattia.
Efficacia e sicurezza del vaccino
Questo vaccino ha dimostrato negli studi per la sua registrazione una efficacia del 90% circa nel prevenire le infezioni sintomatiche di COVID-19 e del 93% nel ridurre i ricoveri, cioè se in un gruppo di non vaccinati vengono ricoverati 100 bambini per COVID19 in uno stesso gruppo di vaccinati ne vengono ricoverati per COVID19 solo 7.
Per quanto riguarda i bambini più piccoli abbiamo ora più informazioni sulla sua efficacia. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha infatti studiato i bambini italiani di età 5-11 anni che sono stati vaccinati sino al 13 aprile 2022 (più di un milione) e li ha confrontati con un milione e ottocentomila bambini non vaccinati. I dati confermano una buona efficacia anche in questa fascia di età nel prevenire una malattia grave (41%), ma decisamente più bassa di quella dimostrata dagli studi iniziali. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta al fatto che gli studi iniziali sono stati condotti durante l’infezione da variante Delta, mentre la campagna vaccinale è iniziata quando la variante Omicron era già prevalente.
Per quanto riguarda la protezione nei confronti della complicanza MIS-C, recenti indagini hanno rilevato che negli adolescenti vaccinati il rischio di MIS-C è 200 volte inferiore ai non vaccinati (1 caso ogni milione di vaccinati rispetto 200 casi ogni milione nei ragazzi con infezione da Sars-Cov2).
Dagli ultimi dati AIFA il vaccino si conferma sicuro in tutte le fasce di età.
I rischi del vaccino
I bambini e gli adolescenti vaccinati sono ormai nel mondo oltre venti milioni e gli effetti collaterali del vaccino più riportati sono generalmente molto lievi: dolore nella sede di iniezione, stanchezza, cefalea, mialgia e febbre, in genere più frequenti con la seconda dose e con l’aumentare dell’età. Le reazioni allergiche al vaccino sono estremamente rare. L’unico effetto collaterale serio registrato riguarda rari casi di miocardite, una infiammazione del muscolo cardiaco che si manifesta con dolore al petto e palpitazioni. Nei maschi di età compresa fra 12 e 29 anni, il tasso di segnalazione corrisponde a circa 2 casi ogni milione di dosi somministrate per il vaccino Comirnaty (Pfizer) mentre per il vaccino Spikevax (Moderna) il tasso di segnalazione è di 4.2 casi per milione di prime dosi e di 10 casi per milione di seconde dosi sempre con una netta prevalenza nei maschi. Nei bambini al di sotto dei 12 anni questa complicanza è eccezionalmente rara, quasi paragonabile alla frequenza di miocardite nella popolazione non vaccinata della stessa età. La miocardite causata dal vaccino è generalmente lieve con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi. È comunque da sottolineare che questa forma di miocardite da vaccino è molto più rara e meno grave del rischio di miocardite causato dal virus Sars-CoV-2.
Vaccino si o no?
Ad oggi la vaccinazione anti Covid in età pediatrica appare del tutto sicura, la sua efficacia purtroppo, con l’avvento della variante Omicron, è molto diminuita per quanto riguarda la protezione dalla infezione mentre è ancora rilevante per quanto riguarda la COVID19 grave e il ricovero. Non proteggendo più dalla infezione è venuto a cadere uno dei principali motivi di vaccinazione dei bambini “sani”: permettere al bambino e all’adolescente di frequentare con più sicurezza la scuola, le strutture sportive o partecipare ad altre attività di aggregazione.
Le più importanti società scientifiche e organizzazioni pediatriche italiane (la Società Italiana di Pediatria, l’Associazione Culturale Pediatri, la Federazione Italiana Medici Pediatri), dopo aver considerato con attenzione tutta la letteratura scientifica internazionale su questo tema, hanno approvato, alla fine del 2021, in modo unanime il vaccino anti Covid e raccomandano la vaccinazione anti Covid ai bambini sopra i 5 anni di età e agli adolescenti.
Attualmente con il vaccino oggi in uso appare ancora imprescindibile la vaccinazione dei bambini e adolescenti a rischio mentre i soggetti “sani” devono essere informati di questa opportunità e deve essere loro offerta la possibilità di discutere con i genitori o con il pediatra sulla scelta di effettuare o meno la vaccinazione.
È necessario infine ricordare che l’immunità offerta dal vaccino permette tuttora in età pediatrica di ridurre la gravità delle complicanze dell’infezione COVID-19 e il rischio di ricovero in ospedale.
Per il futuro
La pandemia non è ancora finita e non abbiamo a disposizione delle previsioni affidabili che ci possano indicare come sarà il futuro prossimo di questa nuova infezione che ha colpito l’intero pianeta.
Da qualche mese le case farmaceutiche stanno lavorando per aggiornare la composizione del vaccino anti COVID-19 affinché possa offrire una maggiore protezione contro le varianti del Sars-CoV-2. Gli studi fatti sino ad ora per l’approvazione riguardano i soggetti sopra i 12 anni. Il1 settembre 2022 l’EMA ne ha approvato l’uso per entrambe le case farmaceutiche che ne avevano fatto richiesta (Pfizer e Moderna). Al momento in cui scriviamo non ci sono notizie di una formulazione pediatrica, auspichiamo che sia disponibile in breve tempo permettendo così di avere uno strumento che incida anche sulla infezione consentendo così di limitare o addirittura bloccare la circolazione del virus permettendo il ritorno ad una “normalità” tanto importante per i nostri giovani.
Aspettiamo a giorni le decisioni dell’AIFA sulle fasce di età e i soggetti a rischio che avranno la priorità nella vaccinazione con il nuovo vaccino “bivalente”, auspichiamo che una volta protetti i soggetti più fragili si possa pensare ad una campagna per gli adolescenti “sani” per permettere loro di frequentare con più sicurezza la scuola, le strutture sportive o partecipare alle altre attività di aggregazione giovanile.
Questo infogenitori è aggiornato al 1° settembre 2022
La redazione della Newsletter pediatrica acp e il gruppo Gruppo Prevenzione Malattie Infettive ACP.