Amianto: gli ultimi casi nelle scuole d’Italia. “Serve prendersi cura”!
- 26 Lug 2022 alle 07:46:58
Di Vincenza Briscioli
Gruppo ACP "Pediatri per Un Mondo Possibile"
In un recente comunicato stampa l'Associazione Culturale Pediatri poneva l’accenno sulla tematica della bonifica dell'amianto negli edifici scolastici. L’ amianto è un agente cancerogeno certo (IARC gruppo 1), il rischio dell’inquinamento da amianto è nella polverizzazione e nel deterioramento del materiale che lo contiene, e da parecchio tempo abbiamo a che fare con il problema della rimozione in sicurezza, con relativa bonifica. Un recente appello ai legislatori da parte di ricercatori, epidemiologici, tecnici della prevenzione e scienziati chiede l’emanazione di una legge per la creazione di discariche di amianto in ogni regione. Si legge nell’appello che pur se l’amianto è stato messo al bando 30 anni fa non vi sono però norme che obblighino la rimozione dello stesso: neppure dalle scuole.
Situazioni di comitati di genitori che affrontano e hanno affrontato la questione degli edifici scolastici con ancora la presenza di amianto sono note a tutti noi e negli anni si sono moltiplicate. Ne è un esempio l'esperienza dei genitori dei bambini frequentati la scuola elementare Luigi Laini di Desenzano. Nel 2007 hanno dato vita a un comitato anti-amianto per chiedere all'amministrazione comunale di verificare la presenza dell'amianto nel tetto della scuola. Avuta conferma del rischio, hanno chiesto di mettere l’edificio in sicurezza. Con non poche difficoltà burocratiche il comitato ha ottenuto la rimozione completa del tetto durante il periodo delle vacanze scolastiche. Questo dimostra come la partecipazione attiva dei cittadini alla vita del proprio Comune sia indispensabile alla salvaguardia della salute e dei beni comuni.
Altro esempio assai recente è la situazione venutasi a creare all'inizio dell'anno scolastico 2021/22 nella scuola “G. e Q. Sella”, sede di un liceo Classico, Linguistico e Artistico di Biella, che ha reso la scuola inagibile e ha costretto gli studenti a frequentare altri complessi scolastici. I controlli di Arpa Piemonte avevano infatti evidenziato la presenza di fibre di amianto nelle piastrelle: una scoperta del tutto casuale, avvenuta a seguito di un allagamento dovuto alla intensa pioggia caduta nel luglio 2021. Come ha raccontato uno studente di 1*, Edoardo N., è stata dura trovarsi all'inizio dell'anno scolastico “accampati” in una situazione incerta e inaspettata, sebbene poi dirigente e insegnanti siano riusciti a trovare luoghi dove poter svolgere le lezioni. Ora la situazione per la sua classe è risolta, non ancora per tutte le classi del complesso liceale. Dopo questa esperienza è lecito domandarsi quanto siano sicuri gli edifici scolastici e quanti controlli ci siano per garantire tale sicurezza.
La problematica delle bonifiche legate all’amianto - e ai siti inquinati in generale - interrogano le nostre coscienze sulla reale capacità di divenire consapevoli della realtà in cui viviamo, di come il nostro agire o non agire possa contribuire a peggiorare o migliorare l’ambiente in cui viviamo e l’impronta ecologica che lasciamo. Ciò che un tempo l’uomo ha considerato fondamentale ed eterno (ad esempio l'Eternit) oggi invece mostra il lato oscuro della non sostenibilità e della pericolosità per la salute. La situazione della bonifica dell’amianto negli edifici scolastici è esemplificativa della complessità del problema bonifiche, la cui soluzione potrà esserci solo se si comprenderà che ogni persona e ogni istituzione dovrà fare la sua parte, ovvero dovrà “prendersi cura”.
La rimozione dell'amianto pone il problema della sua collocazione e della messa in sicurezza e questo non succede solo per l'amianto, succede anche in siti industriali dismessi e lasciati all'incuria del tempo e alla mancata azione dei proprietari o dei curatori fallimentari o delle amministrazioni e delle persone che vivono vicino a quei luoghi. Quando i problemi sono complessi tendiamo ad agire non considerandoli (negandoli) o pensando che siano troppo grandi per poter fare qualcosa. Alcune volte siamo sollecitati a prendercene cura magari dall'appello di qualche comitato o degli scienziati, per poter affrontare le tematiche ambientali dobbiamo per forza munirci di un grande coraggio, una grande pazienza e un pizzico di spirito critico combattivo, quest'ultimo ci serve soprattutto per combattere contro quelli che Gifford ha descritto come “i draghi interiori dell'inattività” ovvero le nostre barriere di natura psicologica quali:
1) una limitata conoscenza del problema
2) una visione ideologizzata del mondo che tende spesso a escludere comportamenti a favore dell'ambiente
3) il confronto con persone ritenute per noi punti di riferimento
4) il costo delle nostre azioni (ovvero se le persone cambiano il loro stile di vita pro ambiente non è detto che abbiano nel breve periodo un tornaconto)
5) la sfiducia nei confronti degli esperti e delle autorità
6) la percezione dei rischi legati al cambiamento ovvero il cambiamento comporta una nuova visione e nuovi percorsi che spesso presentano nuovi rischi
7) il comportamento inadeguato, si potrebbe fare di più ma spesso ci si limita.
Accanto alle barriere psicologiche Gifford ricorda che esistono anche le barriere strutturali (nel caso dell'amianto è trovare il modo una volta rimosso di metterlo in sicurezza, nel caso dei siti inquinati è operare bonifiche che abbiano una logica e che non pesino sulle spalle delle generazioni future) e dovrebbero poi esserci legislatori attenti alle tematiche dell'ambiente considerandole non nell'ottica del costo economico, ma nell'ottica del valore futuro per quell’ambiente e per le genti che vi abitano. Insomma, di nuovo serve una visione che includa il “prendersi cura” che vuol dire riconoscere il valore della Terra come capitale naturale, utile esercizio che rende consapevoli della ricchezza che offre la Terra e contribuisce a costruire una coscienza ecologica in tutti noi e in particolare nei bambini.
Sitografia:
1. CS ACP: Amianto, Pediatri: “Almeno 350mila bambini ancora esposti, anche in classe. Urge intervento programmatico”
2. Non sappiamo dove mettere i rifiuti contenenti amianto
3. Pericolo: la scuola elementare di Desenzano ha l’amianto sul tetto
4. Liceo all’amianto: slitta il ritorno in classe degli studenti sfrattati
5. Si può prevedere e modificare il comportamento delle persone nei confronti dell’ambiente?
Gruppo ACP "Pediatri per Un Mondo Possibile"
In un recente comunicato stampa l'Associazione Culturale Pediatri poneva l’accenno sulla tematica della bonifica dell'amianto negli edifici scolastici. L’ amianto è un agente cancerogeno certo (IARC gruppo 1), il rischio dell’inquinamento da amianto è nella polverizzazione e nel deterioramento del materiale che lo contiene, e da parecchio tempo abbiamo a che fare con il problema della rimozione in sicurezza, con relativa bonifica. Un recente appello ai legislatori da parte di ricercatori, epidemiologici, tecnici della prevenzione e scienziati chiede l’emanazione di una legge per la creazione di discariche di amianto in ogni regione. Si legge nell’appello che pur se l’amianto è stato messo al bando 30 anni fa non vi sono però norme che obblighino la rimozione dello stesso: neppure dalle scuole.
Situazioni di comitati di genitori che affrontano e hanno affrontato la questione degli edifici scolastici con ancora la presenza di amianto sono note a tutti noi e negli anni si sono moltiplicate. Ne è un esempio l'esperienza dei genitori dei bambini frequentati la scuola elementare Luigi Laini di Desenzano. Nel 2007 hanno dato vita a un comitato anti-amianto per chiedere all'amministrazione comunale di verificare la presenza dell'amianto nel tetto della scuola. Avuta conferma del rischio, hanno chiesto di mettere l’edificio in sicurezza. Con non poche difficoltà burocratiche il comitato ha ottenuto la rimozione completa del tetto durante il periodo delle vacanze scolastiche. Questo dimostra come la partecipazione attiva dei cittadini alla vita del proprio Comune sia indispensabile alla salvaguardia della salute e dei beni comuni.
Altro esempio assai recente è la situazione venutasi a creare all'inizio dell'anno scolastico 2021/22 nella scuola “G. e Q. Sella”, sede di un liceo Classico, Linguistico e Artistico di Biella, che ha reso la scuola inagibile e ha costretto gli studenti a frequentare altri complessi scolastici. I controlli di Arpa Piemonte avevano infatti evidenziato la presenza di fibre di amianto nelle piastrelle: una scoperta del tutto casuale, avvenuta a seguito di un allagamento dovuto alla intensa pioggia caduta nel luglio 2021. Come ha raccontato uno studente di 1*, Edoardo N., è stata dura trovarsi all'inizio dell'anno scolastico “accampati” in una situazione incerta e inaspettata, sebbene poi dirigente e insegnanti siano riusciti a trovare luoghi dove poter svolgere le lezioni. Ora la situazione per la sua classe è risolta, non ancora per tutte le classi del complesso liceale. Dopo questa esperienza è lecito domandarsi quanto siano sicuri gli edifici scolastici e quanti controlli ci siano per garantire tale sicurezza.
La problematica delle bonifiche legate all’amianto - e ai siti inquinati in generale - interrogano le nostre coscienze sulla reale capacità di divenire consapevoli della realtà in cui viviamo, di come il nostro agire o non agire possa contribuire a peggiorare o migliorare l’ambiente in cui viviamo e l’impronta ecologica che lasciamo. Ciò che un tempo l’uomo ha considerato fondamentale ed eterno (ad esempio l'Eternit) oggi invece mostra il lato oscuro della non sostenibilità e della pericolosità per la salute. La situazione della bonifica dell’amianto negli edifici scolastici è esemplificativa della complessità del problema bonifiche, la cui soluzione potrà esserci solo se si comprenderà che ogni persona e ogni istituzione dovrà fare la sua parte, ovvero dovrà “prendersi cura”.
La rimozione dell'amianto pone il problema della sua collocazione e della messa in sicurezza e questo non succede solo per l'amianto, succede anche in siti industriali dismessi e lasciati all'incuria del tempo e alla mancata azione dei proprietari o dei curatori fallimentari o delle amministrazioni e delle persone che vivono vicino a quei luoghi. Quando i problemi sono complessi tendiamo ad agire non considerandoli (negandoli) o pensando che siano troppo grandi per poter fare qualcosa. Alcune volte siamo sollecitati a prendercene cura magari dall'appello di qualche comitato o degli scienziati, per poter affrontare le tematiche ambientali dobbiamo per forza munirci di un grande coraggio, una grande pazienza e un pizzico di spirito critico combattivo, quest'ultimo ci serve soprattutto per combattere contro quelli che Gifford ha descritto come “i draghi interiori dell'inattività” ovvero le nostre barriere di natura psicologica quali:
1) una limitata conoscenza del problema
2) una visione ideologizzata del mondo che tende spesso a escludere comportamenti a favore dell'ambiente
3) il confronto con persone ritenute per noi punti di riferimento
4) il costo delle nostre azioni (ovvero se le persone cambiano il loro stile di vita pro ambiente non è detto che abbiano nel breve periodo un tornaconto)
5) la sfiducia nei confronti degli esperti e delle autorità
6) la percezione dei rischi legati al cambiamento ovvero il cambiamento comporta una nuova visione e nuovi percorsi che spesso presentano nuovi rischi
7) il comportamento inadeguato, si potrebbe fare di più ma spesso ci si limita.
Accanto alle barriere psicologiche Gifford ricorda che esistono anche le barriere strutturali (nel caso dell'amianto è trovare il modo una volta rimosso di metterlo in sicurezza, nel caso dei siti inquinati è operare bonifiche che abbiano una logica e che non pesino sulle spalle delle generazioni future) e dovrebbero poi esserci legislatori attenti alle tematiche dell'ambiente considerandole non nell'ottica del costo economico, ma nell'ottica del valore futuro per quell’ambiente e per le genti che vi abitano. Insomma, di nuovo serve una visione che includa il “prendersi cura” che vuol dire riconoscere il valore della Terra come capitale naturale, utile esercizio che rende consapevoli della ricchezza che offre la Terra e contribuisce a costruire una coscienza ecologica in tutti noi e in particolare nei bambini.
Sitografia:
1. CS ACP: Amianto, Pediatri: “Almeno 350mila bambini ancora esposti, anche in classe. Urge intervento programmatico”
2. Non sappiamo dove mettere i rifiuti contenenti amianto
3. Pericolo: la scuola elementare di Desenzano ha l’amianto sul tetto
4. Liceo all’amianto: slitta il ritorno in classe degli studenti sfrattati
5. Si può prevedere e modificare il comportamento delle persone nei confronti dell’ambiente?