La posizione dell’ACP sulla vaccinazione contro il SarsCov2 dei bambini e delle bambine 5-11 anni
- 22 Dic 2021 alle 16:11:15
Premessa
L’evoluzione delle conoscenze rispetto al virus SarsCov2 e le sue numerose varianti non permettono di formulare valutazioni e ipotesi a lungo temine.
Stante le attuali conoscenze:
A. Nei bambini il covid19 risulta molto meno grave rispetto all’adulto. La maggior parte dei bambini e delle bambine o non sviluppa malattia o presenta una forma lieve similinfluenzale. Raramente nell’infanzia il SarsCov2 può provocare malattia grave e una particolare forma di infezione multiorgano (MIS-C). La mortalità è bassa ma non trascurabile (In Italia 19 morti 0-11 anni).
B. I bambini e le bambine possono trasmettere il virus e con l’avvento della variante Delta sembra anche che possano rappresentare un potenziale bacino di diffusione dell’infezione. Nelle ultime settimane il tasso di infezione da SarsCov2 nella fascia di età 5-11 anni è stato intorno a 150/1000.000 più del doppio rispetto alle fasce di età più anziane.
C. Il vaccino recentemente autorizzato anche dall’EMA per l’immunizzazione dei bambini e delle bambine di 5-11 anni permette una protezione, dopo due dosi, simile a quella dei ragazzi e delle ragazze più grandi (>90%).
D. Le reazioni postvaccinali più frequenti sono, come del resto anche nei ragazzi e nelle ragazze, lievi e di breve durata.
E. Non si conoscono eventuali eventi avversi rari e gravi poiché lo studio effettuato nella fase di autorizzazione si è basato su un numero di soggetti limitato (circa 2000) e non aveva perciò questo obiettivo conoscitivo. La tecnologia utilizzata per il vaccino (RNAm) di per sé, basandosi su molecole a rapidissima eliminazione, appare sicura e causa molto improbabile di eventi avversi rari. L’uso di questo vaccino in milioni di ragazzi e ragazze ha ormai dimostrato la sicurezza del prodotto.
In particolare, l’unico evento avverso raro di una certa rilevanza emerso nei ragazzi e nei giovani adulti, la pericardite/miocardite (1/20.000 dosi), si è manifestato in una forma lieve e a prognosi favorevole. Anche in considerazione del fatto che nell’infanzia questi quadri patologici sono molto più rari che durante l’adolescenza si è ragionevolmente tranquilli rispetto alla rarità/benignità di un eventuale pericardite/miocardite post vaccinale in questa fascia di età.
F. Dal punto di vista organizzativo appare prioritario nella somministrazione del vaccino coinvolgere le strutture sanitarie deputate all’infanzia (centri vaccinali pediatrici, pediatri di famiglia, ecc.) per conservare quelle caratteristiche di coinvolgimento dei genitori, dei bambini e delle bambine e di intimità proprie dell’area pediatrica. Inoltre appare opportuno, quando possibile, utilizzare le modalità di chiamata attiva simile a quella delle altre vaccinazioni pediatriche previlegiando innanzitutto i soggetti più fragili.
Stante quindi la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino anticovid19 approvato dall’EMA non appaiono al momento controindicazioni o riserve all’uso nell’infanzia.
L’estendere la vaccinazione ai 3.5 milioni di bambini e bambine italiani può contribuire a ridurre la circolazione del virus SarsCov2, salvare vite umane, alcune anche in età pediatrica e permettere di limitare le restrizioni alla vita sociale e alla istruzione in presenza per i nostri bambini e bambine e i/le nostri/e adolescenti.
Questi ultimi obiettivi appaiono ai pediatri e alle pediatre ACP i più importanti, i nostri bambini e le nostre bambine così come gli/le adolescenti hanno enormemente sofferto in questi due anni, hanno “perso” due anni di crescita e socialità, ancor oggi i pediatri e le pediatre vedono quotidianamente l’enorme peso di malattie e sofferenze secondarie alla pandemia, soprattutto nella sfera neuropsichiatrica e psicologica.
Per questi motivi invitiamo i genitori ad aderire alla offerta vaccinale. Proteggiamo i nostri figli e nipoti contribuendo così anche alla protezione delle nostre comunità e permettendo una socialità il più possibile normale.
Approfondimenti:
Il vaccino anticovid in età pediatrica
Quaderni acp - 2022;29(1) In press
L’evoluzione delle conoscenze rispetto al virus SarsCov2 e le sue numerose varianti non permettono di formulare valutazioni e ipotesi a lungo temine.
Stante le attuali conoscenze:
A. Nei bambini il covid19 risulta molto meno grave rispetto all’adulto. La maggior parte dei bambini e delle bambine o non sviluppa malattia o presenta una forma lieve similinfluenzale. Raramente nell’infanzia il SarsCov2 può provocare malattia grave e una particolare forma di infezione multiorgano (MIS-C). La mortalità è bassa ma non trascurabile (In Italia 19 morti 0-11 anni).
B. I bambini e le bambine possono trasmettere il virus e con l’avvento della variante Delta sembra anche che possano rappresentare un potenziale bacino di diffusione dell’infezione. Nelle ultime settimane il tasso di infezione da SarsCov2 nella fascia di età 5-11 anni è stato intorno a 150/1000.000 più del doppio rispetto alle fasce di età più anziane.
C. Il vaccino recentemente autorizzato anche dall’EMA per l’immunizzazione dei bambini e delle bambine di 5-11 anni permette una protezione, dopo due dosi, simile a quella dei ragazzi e delle ragazze più grandi (>90%).
D. Le reazioni postvaccinali più frequenti sono, come del resto anche nei ragazzi e nelle ragazze, lievi e di breve durata.
E. Non si conoscono eventuali eventi avversi rari e gravi poiché lo studio effettuato nella fase di autorizzazione si è basato su un numero di soggetti limitato (circa 2000) e non aveva perciò questo obiettivo conoscitivo. La tecnologia utilizzata per il vaccino (RNAm) di per sé, basandosi su molecole a rapidissima eliminazione, appare sicura e causa molto improbabile di eventi avversi rari. L’uso di questo vaccino in milioni di ragazzi e ragazze ha ormai dimostrato la sicurezza del prodotto.
In particolare, l’unico evento avverso raro di una certa rilevanza emerso nei ragazzi e nei giovani adulti, la pericardite/miocardite (1/20.000 dosi), si è manifestato in una forma lieve e a prognosi favorevole. Anche in considerazione del fatto che nell’infanzia questi quadri patologici sono molto più rari che durante l’adolescenza si è ragionevolmente tranquilli rispetto alla rarità/benignità di un eventuale pericardite/miocardite post vaccinale in questa fascia di età.
F. Dal punto di vista organizzativo appare prioritario nella somministrazione del vaccino coinvolgere le strutture sanitarie deputate all’infanzia (centri vaccinali pediatrici, pediatri di famiglia, ecc.) per conservare quelle caratteristiche di coinvolgimento dei genitori, dei bambini e delle bambine e di intimità proprie dell’area pediatrica. Inoltre appare opportuno, quando possibile, utilizzare le modalità di chiamata attiva simile a quella delle altre vaccinazioni pediatriche previlegiando innanzitutto i soggetti più fragili.
Stante quindi la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino anticovid19 approvato dall’EMA non appaiono al momento controindicazioni o riserve all’uso nell’infanzia.
L’estendere la vaccinazione ai 3.5 milioni di bambini e bambine italiani può contribuire a ridurre la circolazione del virus SarsCov2, salvare vite umane, alcune anche in età pediatrica e permettere di limitare le restrizioni alla vita sociale e alla istruzione in presenza per i nostri bambini e bambine e i/le nostri/e adolescenti.
Questi ultimi obiettivi appaiono ai pediatri e alle pediatre ACP i più importanti, i nostri bambini e le nostre bambine così come gli/le adolescenti hanno enormemente sofferto in questi due anni, hanno “perso” due anni di crescita e socialità, ancor oggi i pediatri e le pediatre vedono quotidianamente l’enorme peso di malattie e sofferenze secondarie alla pandemia, soprattutto nella sfera neuropsichiatrica e psicologica.
Per questi motivi invitiamo i genitori ad aderire alla offerta vaccinale. Proteggiamo i nostri figli e nipoti contribuendo così anche alla protezione delle nostre comunità e permettendo una socialità il più possibile normale.
Approfondimenti:
Il vaccino anticovid in età pediatrica
Quaderni acp - 2022;29(1) In press