Anno. 2021, Volume. 28, N. 4, Pag. 159-161

Studi epidemiologici osservazionali europei: le coorti dalla nascita

Eleonora Morabito, Claudia Pansieri, Chiara Pandolfini, Antonio Clavenna, Imti Choonara, Maurizio Bonati
Eleonora Morabito*, Claudia Pansieri*, Chiara Pandolfini*, Antonio Clavenna*, Imti Choonara**, Maurizio Bonati* - *Laboratorio per la Salute Materno Infantile, Dipartimento di Salute Pubblica, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, Milano; **Academic Division of Child Health, University of Nottingham School of Medicine, Derby DE22 3DT, United Kingdom

Vuoi citare questo articolo? DOI: 10.53141/QACP.2021.159-161

Obiettivi: negli ultimi anni c’è stato un crescente interesse per le coorti dalla nascita. L’obiettivo di questa revisione della letteratura è di conoscere e comprendere lo stato dell’arte delle coorti europee, con un focus su quelle che hanno iniziato la raccolta dei dati alla nascita. In particolare, lo scopo . quello di fornire un panorama degli attuali argomenti di ricerca e progettazione e fornire input a coloro che creano collaborazioni e pongono linee guida volte a unificare le metodologie per consentire la condivisione dei dati e massimizzare l’acquisizione di conoscenze.
Metodi: abbiamo cercato in PubMed ed Embase articoli riferiti alle coorti dalla nascita longitudinali europee e abbiamo cercato anche siti online pertinenti.
Risultati: sono state individuate 111 coorti, 45 delle quali dalla nascita. Queste coorti sono iniziate tra il 1921 e il 2015 e hanno rappresentato 19 Paesi, con diverse dimensioni del campione (da 236 a 21.000 bambini). Al 5 gennaio 2020 stavano ancora reclutando. Le principali aree affrontate sono state le malattie allergiche (14 coorti) e l’esposizione ambientale (coorti 12). La maggior parte delle coorti sono state finanziate con fondi pubblici.
Conclusioni: l’importanza di lunghi periodi di follow-up per identificare fattori di rischio per i disturbi che hanno un’eziologia perinatale/precoci, fanno delle coorti uno strumento per definire il ruolo di fattore genetici psicologici, sociali e ambientali sullo sviluppo. Inoltre, sono necessari metodologie appropriate e comuni per consentire il confronto e la condivisione dei dati delle coorti.

Objective: in recent years there has been a growing interest in birth cohorts. The aim of this review is to know and understand the state of the art of European cohorts to date, with a focus on those that started data collection at birth. In particular, the aim is to provide an overview of current research topics and designs, and provide input for those creating collaborations and laying out guidelines aimed at unifying cohort methodologies to enable data merging and maximize knowledge acquisition.
Methods: we searched PubMed and Embase for articles referring to longitudinal, prospective European birth cohorts, and searched online cohort inventories. 
Results: we found references to 111 birth cohorts, 45 of which began enrolment at birth. These cohorts began between 1921 and 2015 and represented 19 countries, with varying sample sizes (236 to 21,000 children). As of 5 January 2020, 5 were still recruiting. The main areas addressed were allergic diseases (14 cohorts) and environmental exposure (12 cohorts) and most cohorts were publicly funded. 
Conclusion: given the large costs of running cohorts and the importance of long follow-up periods in identifying the risk factors for disorders thought to have a perinatal/early life etiology, current cohorts must be designed to answer research questions considering several aspects, from genetic ones to psychological, social, and environmental ones. Furthermore, universally recognized methodological aspects are needed to permit the comparison and merging of cohort data.


Quaderni acp - 2021; 28(4)

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