Anno. 2020, Volume. 27, N. 4, Pag. 181-184
“Cosa mi sta succedendo?”: la narrazione e l’approccio metaforico come supporti alla comunicazione
Ludovica Broglia,
Momcilo Jankovic
Ludovica Broglia*, Momcilo Jankovic** - *Docente di scuola primaria, Dottorato di ricerca in Scienze umanistiche, Dipartimento di educazione, Università di Modena e Reggio Emilia; **Pediatra emato-oncologo, Clinica pediatrica, Università di Milano-Bicocca, Fondazione MBBM, Monza
La malattia, considerata una biographical disruption, e di conseguenza l’ospedalizzazione, creano nel bambino un alto livello di ansia e stress con risvolti a livello fisico, cognitivo e psicosociale. In un’ottica di alleanza terapeutica, l’attenzione deve essere posta sulla relazione, la quale è il prerequisito essenziale per poter avviare in modo efficace il progetto di cura. Solamente il riconoscimento dell’altro favorisce l’instaurarsi di un clima di empatia e di fiducia, il quale rende il bambino e la sua famiglia alleati preziosi. Si può dunque affermare che senza relazione non può essere avviato il percorso di cura: a oggi, non si parla più di curare (tenere sotto controllo i sintomi fisici), ma di “prendersi cura”, ovvero di “prendere in carico” (“to care”), tenendo in considerazione aspetti fisici, emotivi, affettivi e sociali. Alla base della relazione vi è la comunicazione, che deve essere chiara, trasparente e soprattutto educativa: appositi strumenti comunicativi possono stimolare il processo di rielaborazione dell’evento traumatico e di attribuzione del significato, essenziali per costruire in modo significativo la propria identità. Adottando un approccio narrativo secondo il quale il paziente costruisce storie per comprendere la realtà, due strumenti di supporto alla comunicazione autentica sono la letteratura per l’infanzia e la metafora: tramite storie che narrano avventure di personaggi che sono costretti a vivere gli stessi eventi negativi e tramite immagini evocative, il bambino può conoscere, comprendere, rielaborare e attivare strategie di coping idonee.
The disease, considered a “biographical disruption”, and consequently hospitalization create in the child a high level of anxiety and stress difficult to manage from a physical, cognitive and psycho-social level. Looking at a Therapeutical Alliance, the attention must be addressed to relation, which is the essential prerequisite to be able to effectively startle project of care. Only the recognition of others helps the establishment of a trust and empathy environment, which makes children and their families precious allies. It can therefore be said that without a relationship the path of care cannot be started: till today there is no more talk of cure (to monitor the physical symptoms) but “to take care of ” or “to take charge of a disease (2to care”) considering physical, emotional, affective and social aspects. Based on the relationship there is communication that must be clear, transparent and almost educational: appropriate communication tools can induce reworking process of traumatic event and attribution process of meaning, essential for significantly building own identity. Adopting a narrative approach according to which the patient builds stories to understand the reality, two authentic communication support tools are the children’s literature and the metafora: through stories that tell adventures of characters forced to live the same negative events and through evocative images, the child may know, understand, rework and activate suitable coping strategies.