
Siamo il Paese più inquinato d’Europa, ma sappiamo reagire?
- 15 Giu 2020 alle 16:03:33
Inquinamento dell’aria: i consigli dei pediatri ACP per difendersi
Pio Russo Krauss, PUMP *
L'Italia è il Paese europeo con l'aria più inquinata [1]. Tale situazione determina grandi problemi alla salute nostra e a quella dei nostri figli. Si stima che l'inquinamento atmosferico determini almeno 40.000 morti ogni anno [2], nonché malattie respiratorie (asma, infiammazioni delle prime vie aeree, bronchiti) e dell'apparato cardiovascolare. Che l'Italia sia il Paese europeo con l'aria più inquinata non è dovuto a un capriccio della sorte, ma a scelte politiche e individuali che hanno portato a un eccessivo numero di veicoli: abbiamo 61 auto ogni 100 abitanti, contro le 55 della Germania, le 48 della Francia, 47 della Spagna, addirittura 45 di UK e Portogallo [3]. Inoltre, scontiamo un diffuso uso del pellet per riscaldare case solitamente mal coibentate, uso addirittura incentivato da norme governative che lo considerano ecologico. Invece, notoriamente, il trasporto su gomma e l'uso del pellet sono le principali fonti di inquinamento a livello nazionale [4].
Come è possibile difendere la propria salute e quella dei propri figli? Usando le mascherine sempre, anche quando l'epidemia di covid-19 sarà un ricordo lontano? Uscendo il meno possibile da casa? Tenendo ben chiusi i finestrini della propria auto e gli infissi del proprio appartamento? Ecco qualche risposta del gruppo di esperti che, all’interno dell’Associazione Culturale Pediatri (Acp), si occupa di salute e ambiente (Gruppo Pump, Pediatri per un mondo possibile).
Le mascherine chirurgiche o di stoffa e le ffp1 non riescono a trattenere gli inquinanti pericolosi per la nostra salute e nemmeno i virus. Si indossano, infatti, per proteggere chi ci sta vicino dalle nostre goccioline di saliva che potrebbero contenere virus anche se siamo asintomatici. Solo le mascherine ffp2 e ffp3 possono avere una funzione protettiva, ma non per inquinanti molto pericolosi come ozono, ossidi di azoto, composti organici volatili.
Tapparsi in casa o nella propria auto non solo non ci protegge ma anzi peggiora la situazione.
L'aria presente in casa o in auto viene dall'esterno e, quindi, ha la stessa concentrazione d'inquinanti. Si potrebbe credere che, abitando a un piano alto di un palazzo, l'aria sia meno pericolosa, ma in realtà la riduzione del rischio è quasi nulla, perché gli inquinanti più pericolosi (PM2,5, composti organici volatili, ossidi di azoto, ozono) sono leggeri e si diffondono velocemente, raggiungendo anche i terrazzi dei palazzi alti. Gli inquinanti che si concentrano a qualche metro dal suolo sono le polveri grossolane (quelle visibili a occhio nudo), che non sono pericolose perché, se inspirate, non arrivano neanche in gola, arrestandosi nei primi centimetri della cavità nasale, dalla quale saranno espulse con una soffiata di naso o uno starnuto.
Le ricerche ci dicono che l'aria presente in casa o nell'abitacolo dell'auto è solitamente più inquinata di quella esterna [5]. In casa possono esserci infatti altre fonti d'inquinamento: il fumo di tabacco, i fumi e gli odori prodotti dalla cottura degli alimenti, le sostanze rilasciate da vernici, colle e preparati ignifughi presenti su arredi e pareti e da elettrodomestici (stampanti, lavastoviglie, ecc.), stufe a gas, a cherosene o elettriche (in stanze con una di queste stufe la concentrazione di ossidi di azoto è da 2 a 4 volte superiore a quella dell'aria esterna) [5].
Per rendere la casa più pulita spesso la si rende più inquinata: deodoranti, detergenti spray, lucidanti, igienizzanti, antiparassitari e battericidi danno un contributo non irrilevante all'inquinamento dell'aria di case, uffici e veicoli (il cosiddetto inquinamento indoor). Anche gli animali domestici contribuiscono a questo inquinamento con peli, forfora, parassiti e “schifezze” portate dall'esterno.
Le ricerche hanno evidenziato che il locale più inquinato è la cucina e che in casa la concentrazione di composti organici volatili (benzene, idrocarburi policiclici aromatici, aldeidi, acetone ecc.), NOx, PM2,5, ftalati è più alta rispetto a quella presente all'esterno. Nell'abitacolo dell'auto la concentrazione dei composti organici volatili è risultata mediamente tripla rispetto a quella dell'aria esterna [5].
Per ridurre l'inquinamento indoor gli accorgimenti più efficaci sono: non fumare e non far fumare a casa e in auto; aprire spesso finestrini, finestre e balconi (serve anche a disperdere eventuali virus); tenere la cappa in funzione quando si cucina (se non è in funzione l'NO2 aumenta di circa il 70%) e cambiare spesso il filtro; eliminare moquette, peluche, tappeti; usare il meno possibile detersivi, igienizzanti, antiparassitari, deodoranti (l'acqua, nella maggior parte dei casi, è più che sufficiente per pulire la casa); non tenere il calorifero troppo alto (il caldo, soprattutto quello umido, favorisce il proliferare di muffe, batteri e parassiti) e gli elettrodomestici accesi per molto tempo.
Areando spesso la casa si riduce moltissimo anche l'inquinamento da radon, un gas radioattivo emesso dal suolo e dalle pareti delle costruzioni, che si stima determini ogni anno 3.000 morti in Italia.
La maniera più efficace per ridurre l'inquinamento indoor è comunque ridurre l'inquinamento outdoor.
Se vogliamo respirare aria pulita dentro e fuori dalle nostre case dobbiamo chiedere a chi ci governa e amministra di non dare più sussidi (16 miliardi di euro ogni anno) ad attività inquinanti e al trasporto su gomma ma a tram, autobus, metropolitane, biciclette, monopattini; di non costruire più superstrade, autostrade, raccordi, tangenziali, ma linee ferrate, piste ciclabili, percorsi pedonali; di limitare la circolazione dei veicoli diesel, di scoraggiare l'uso di auto e moto (anche elettriche, perché le ricerche ci dicono che anche esse sono molto impattanti [6]), d'istituire ztl, aree e percorsi pedonali, percorsi ciclabili, servizi di bike-sharing, di promuovere piedibus e bike-bus per bambini e ragazzi che vanno a scuola; di approvare una legge contro il consumo di suolo; di scoraggiare l'uso del pellet e favorire l'isolamento termico degli edifici.
Ovviamente anche noi dobbiamo utilizzare il meno possibile auto e moto e il più possibile i nostri muscoli. In questo modo non solo inquineremo meno l'aria ma, facendo più attività fisica, avremo meno probabilità di avere un tumore, un infarto, un ictus, di ammalarci di diabete tipo 2 o di osteoporosi. Numerose ricerche hanno infatti dimostrato che se ogni giorno si cammina a passo svelto per 60 minuti (anche frazionati in 3-4 episodi) la probabilità di avere un cancro al seno si riduce del 30%, quella di avere un tumore dell'intestino del 40% e quella di avere un infarto o un ictus o di soffrire di diabete tipo 2 o di osteoporosi del 50% [7, 8].
Se utilizziamo il meno possibile auto e moto e il più possibile i nostri muscoli saremo anche un esempio per i nostri figli, che capiranno che la salute e l'ambiente sono beni prioritari che non vanno messi a rischio ma salvaguardati, e che fare attività fisica è importante per stare bene in salute. In questo modo daremo un contributo concreto e importante per proteggerli e per impedire che siano affetti da patologie e disturbi (dal sovrappeso/obesità alla depressione, dalle malattie cardiovascolari a molti tumori, ecc.).
Insomma, essere attivi (sia come cittadini che come persone) fa stare meglio noi e i nostri figli, migliora l'ambiente e allunga la vita a tutti.
Note:
1. EEA: Morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico, 2016
2. Almeno 40.000 secondo lo studio ESCAPE del 2013, almeno 59.000 secondo il documento della EEA del 2016, che però considera anche l'inquinamento naturale
3. Eurostat 2014
4. ISPRA: Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute, 2016
5. ISPRA: Inquinamento indoor: aspetti generali e casi studio in Italia
6. Ricerche non finanziate dalle industrie automobilistiche hanno evidenziato che l'auto elettrica ha un impatto sull'ambiente non dissimile da quella a combustibile. Si vedano la ricerca dell'Agenzia Svedese per l'Energia, il documento dell'ISPRA su come ridurre le emissioni climalteranti o, ancora, Confronto CO2 prodotta e spazio urbano occupato dai diversi mezzi di trasporto [infografica] e Perché l’auto elettrica non è mobilità sostenibile?
7. AIRC: Per restare in salute, l'attività fisica è indispensabile. Anche per combattere il cancro
8. WHO: Global health risks: mortality and burden of disease attributable to selected major risks, 2009
1. EEA: Morti premature attribuibili all'inquinamento atmosferico, 2016
2. Almeno 40.000 secondo lo studio ESCAPE del 2013, almeno 59.000 secondo il documento della EEA del 2016, che però considera anche l'inquinamento naturale
3. Eurostat 2014
4. ISPRA: Inquinamento atmosferico nelle aree urbane ed effetti sulla salute, 2016
5. ISPRA: Inquinamento indoor: aspetti generali e casi studio in Italia
6. Ricerche non finanziate dalle industrie automobilistiche hanno evidenziato che l'auto elettrica ha un impatto sull'ambiente non dissimile da quella a combustibile. Si vedano la ricerca dell'Agenzia Svedese per l'Energia, il documento dell'ISPRA su come ridurre le emissioni climalteranti o, ancora, Confronto CO2 prodotta e spazio urbano occupato dai diversi mezzi di trasporto [infografica] e Perché l’auto elettrica non è mobilità sostenibile?
7. AIRC: Per restare in salute, l'attività fisica è indispensabile. Anche per combattere il cancro
8. WHO: Global health risks: mortality and burden of disease attributable to selected major risks, 2009
*Il gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile (PUMP) è nato in seno all’ACP (Associazione Culturale Pediatri) nel 2005, dopo la 4° Conferenza dei ministri della salute e dell’ambiente d’Europa (Budapest, 2004) «Il futuro dei nostri figli», sotto l’egida dell’OMS. Da allora il gruppo, con la supervisione di Giorgio Tamburlini, membro della task force di ricercatori che aveva contribuito al piano di azione prodotto dalla Conferenza (CEHAPE), sorveglia 21 riviste scientifiche internazionali tra le più qualificate, in base a criteri EBM, per diffondere i risultati degli articoli più rilevanti in materia di salute dei bambini e malattie ambiente-correlate. Il gruppo realizza anche corsi di formazione e convegni su questi temi (l’ultimo nel 2016 ha avuto l’onore della partecipazione del Prof. P. Landrigan e del Prof. Violante). Il gruppo collabora ad attività di ricerca con enti istituzionali (ISS, CNR, CCM, CNESPS) e alla stesura della parte dedicata ad ambiente e salute infantile nell’annuale Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e adolescenza in Italia (www.gruppocrc.net).