BAMBINI E CORONAVIRUS: LA DOVEROSA RICERCA DI UN EQUILIBRIO TRA I PRESUNTI RISCHI E I DOCUMENTATI DANNI COLLATERALI
- 28 Mag 2020 alle 08:35:38
Comprensibilmente, fin dall’inizio della pandemia, prima i genitori e poi gli operatori dei servizi per l’infanzia si sono preoccupati di quanto i bambini sarebbero stati affetti dall’infezione da Covid-19. Su questo punto i dati sono ormai consolidati e coerenti tra i diversi studi effettuati, in paesi diversi e da diversi gruppi di ricerca: i bambini si ammalano poco, molto poco e, quando lo fanno, le manifestazioni cliniche sono lievi. Le eccezioni sono poche, per lo più limitate a manifestazioni infiammatorie scatenate dal virus, tra le quali la più nota e importante è la vasculite (malattia simil- Kawasaki) non specifica del Covid-19, ma potenzialmente scatenata dal Covid-19. Si tratta di una malattia nota e descritta in Italia fin dai primi anni ’80, e che i pediatri italiani hanno imparato a riconoscere e trattare. La seconda preoccupazione, propria degli epidemiologi chiamati a consigliare le Autorità sulle misure di contenimento, è stata quella di sapere fino a che punto i bambini potevano costituire serbatoio e fonte di contagio. Su questo punto le evidenze sono meno coerenti, ma ancora piuttosto solide: i bambini possono albergare il virus, e verosimilmente trasmetterlo, ma la possibilità di trasmissione è estremamente bassa. Si sa inoltre che i bambini acquisiscono l’infezione prevalentemente nel proprio nucleo familiare. Viceversa, si stanno accumulando le evidenze sui danni collaterali provocati in bambini dalle conseguenze del lock down e soprattutto della chiusura prolungata, molto prolungata, di servizi educativi e scuole. Per tutti, tranne quei pochi che possono vantare una buona dotazione tecnologica in casa e genitori in grado di accompagnarli nelle lezioni e nei compiti, si sta accumulando un ritardo educativo, che per la maggioranza (secondo i dati prodotti dalle indagini di Save the Children e della Sant’Egidio, almeno 6 su 10) è molto rilevante, e non può essere nascosto dietro i pur doverosi sforzi di didattica a distanza. Tra l’altro, si moltiplicano le segnalazioni da parte di genitori e insegnanti sul fatto che, anche in quella minoranza di bimbi che ha avuto accesso alle tecnologie e al supporto domestico, si rendono sempre più evidenti cali di attenzione e indisponibilità alle attività finalizzate all’apprendimento. Lo smart working tra l’altro non è compatibile con il supporto richiesto ai genitori per i figli impegnati nei sistemi di educazione a distanza. Richiedono infatti entrambi tempo, energie e capacità, che si aggiungono alle esigenze di attenzioni e cure verso i figli. Al danno educativo si associano manifestazioni di disagio psicologico, aumentato rischio di violenza subita o assistita, riduzione di qualità degli apporti alimentari, riduzione dei supporti abilitativi e a volte strettamente medici per bambini affetti da disabilità o patologie croniche, naturalmente in stretta relazione con la qualità e offerta preesistente dei servizi, già carenti in molte parti d’Italia. Di fronte a questi dati, sono necessarie scelte equilibrate, che minimizzino da una parte il rischio infettivo, sia attivo che passivo, e dall’altra riducano e prevengano i rilevanti danni, che la Scienza ci dice non sempre reversibili, derivanti dalla prolungata mancanza di apporti educativi e di tempi adeguati di socializzazione. Purtroppo, finora, le scelte sono state tutt’altro che equilibrate: i danni per i bambini (per non parlare dei disagi per le famiglie) sono stati scotomizzati da una focalizzazione quasi esclusiva sul rischio di malattia e di contagio, che come ormai messo in evidenza da una cospicua mole di studi, è molto basso per i bambini, e in particolare per bambini in età prescolare o di scuola primaria. Queste evidenze ridimensionano le preoccupazioni di virologi ed epidemiologi. I pediatri e neuro-psichiatri infantili sono portatori di una visione più ampia su salute, sviluppo, assistenza e benessere dei bambini. Infatti, le maggiori riviste e associazioni internazionali pediatriche continuano a ribadire in modo chiaro e, al meglio delle conoscenze, inequivocabile che il rischio di contagio per e da parte dei bambini è molto basso mentre il rischio di compromissione di aspetti cognitivi, emotivi e relazionali conseguenti alla prolungata chiusura delle scuole è molto alto. Oltre a tutto, si sono enfatizzati i rischi di contagio derivanti dalla riapertura delle scuole e dei nidi, senza tener conto che i bambini lasciati a casa non ne sono affatto esenti: al contrario, affidati a parenti o amici o lasciati soli (i più grandicelli) stanno andando incontro a rischi infettivi senz’altro maggiori di quelli insiti in situazioni controllate dove gli adulti (insegnanti, educatori ecc.) sono sottoposti a misure di prevenzione e controllo, dove si seguono regole di distanziamento, igiene personale e sanificazione ambientale.
Bibliografia di riferimento
• Tamburlini G, Marchetti F. Pandemia di Covid-19: motivazioni e indicazioni per l’apertura di spazi educativi per bambini. Medico e Bambino 2020;39(5):301-4.
Giorgio Tamburlini
Pediatra, Presidente del Centro per la Salute del Bambino e membro del Comitato Scientifico dell’International Society for Social Paediatrics and Child Health
Federico Marchetti
Pediatra, Direttore Dipartimento Salute Donna, Infanzia e Adolescenza e UOC di Pediatria e Neonatologia, Ravenna
Enrico Bertino
Pediatra, Direttore SC di Neonatologia dell’Università, Città della Salute e della Scienza, Torino
Giovanna Bestetti
IRIS (Istituto Ricerca Intervento Salute), Milano
Giacomo Biasucci
Pediatra, Direttore Dipartimento Materno-Infantile e UOC di Pediatria e Neonatologia, Piacenza
Andrea Biondi
Direttore, Dipartimento di Pediatria, Università Milano-Bicocca, Fondazione MBBM/Ospedale “San Gerardo”, Monza
Maurizio Bonati
Direttore, Laboratorio per la Salute Materno-Infantile, Dipartimento Salute Pubblica, Istituto Mario Negri, Milano
Antonella Brunelli
Pediatra, Direttore UO Pediatria e Consultorio Familiare, Cesena
Giovanni Corsello
Pediatra, Direttore Dipartimento di Promozione della Salute Materno-Infantile, i Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro”, Università di Palermo
Susanna Esposito
Pediatra, Direttore Clinica Pediatrica, Università di Parma
Franca Fagioli
Pediatra, Direttore Dipartimento Pediatrico, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Torino
Daniele Farina
Direttore Neonatologia, Ospedale Ostetrico ginecologico “Sant'Anna”, Torino; Direttore Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Città della Salute e della Scienza di Torino
Luigi Gagliardi
Pediatra, Direttore UO Neonatologia e Pediatria, Ospedale Versilia, Viareggio;
Direttore Area Pediatria, AUSL Toscana Nord Ovest, Pisa
Michele Gangemi
Pediatra, Direttore della rivista “Quaderni ACP”
Luigi Greco
Pediatra, Professore Università degli Studi Federico II, Napoli
Marcello Lanari
Pediatra, Direttore Pediatria d’Urgenza e PS Pediatrico, Dipartimento Scienze Mediche e Chirurgiche, Policlinico Universitario Sant’Orsola, Bologna
Marzia Lazzerini
Pediatra, WHO Collaborating Centre for Maternal and Child Health; Istituto per l’Infanzia “Burlo Garofolo”, Trieste
Giuseppe Maggiore
Pediatra, Direttore, Dipartimento di Scienze Mediche Università di Ferrara; Divisione di Epatogastroenterologia e Nutrizione, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma
Stefano Martelossi
Pediatra, Direttore UOC di Pediatria, Treviso
Ugo Ramenghi
Pediatra, Direttore Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università di Torino
Antonio Piga
Pediatra, Presidente del Comitato Etico Interaziendale, AOU “San Luigi Gonzaga” di Orbassano, AA.SS.LL. TO3,4,5,
Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, Università di Torino
Angelo Selicorni
Pediatra, Direttore UOC di Pediatria, Presidio San Fermo, ASST Lariana, Como
Marco Spada
Pediatra, Direttore S.C. Pediatria, Ospedale Infantile “Regina Margherita”, Città della Salute e della Scienza, Torino
Alessandro Ventura
Pediatra, Professore Emerito Pediatria, Università di Trieste
Stefano Vicari
Neuropsichiatra Infantile, Direttore Neuropsichiatria Infantile e della Adolescenza, Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, Roma
Giuseppe Zampino
Pediatra, Direttore UOC di Pediatria, Fondazione Policlinico Universitario "A. Gemelli”, Roma
Federica Zanetto
Pediatra, Presidente Associazione Culturale Pediatri (ACP)