Dal momento in cui Malala è nata volevo fortemente donarle la possibilità di avere una identità propria, di essere un padre che la incoraggiasse a imparare e volare verso i suoi sogni. Non era una scelta facile nel Pakistan rurale al tempo, i maschi venivano allevati con questi obbiettivi, non le femmine. Come figlio maschio in una famiglia di 5 sorelle sono cresciuto così, con due tipi di genitorialità: una per i maschi e l’altra per le femmine. Nel mio thé c’era sempre il latte, non per le mie sorelle, io sono andato a scuola e loro no, avevo più abiti e i miei genitori avevano per me grandi aspirazioni. Le domande che mi ponevo, già allora, erano tante: “Perché tutto questo? perché le mie sorelle non potevano andare a scuola, perché il mio genere mi rendeva più importante di loro?” Le risposte non avevano senso e così i miei privilegi; e poi i miei desideri mi furono chiari: sarei diventato un educatore e avrei cercato di cambiare le cose, cominciando dalla mia famiglia e dalla comunità, avrei combattuto per un’equità di genere e ridefinito il concetto di mascolinità nella mia comunità. Da allora molte cose sono cambiate, ma c’è, nel mondo, ancora molto da fare…. Ora mia figlia non solo fa esperienza del mondo, ma lo sta cambiando. In una generazione abbiamo trasformato la mia famiglia da patriarcale a egualitaria. Imparo ogni giorno dai miei figli, li incoraggio a mirare alto e spero che tutti i papà che leggeranno questo Report si facciano domande sui loro privilegi e si prendano cura delle questioni di genere…
Ziauddin Yousafzai Co-founder del Malala Fund State of the World’s Fathers