“… prima o poi sapevo dentro di me che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto mettere il busto, pensavo di essere pronta, ma di fronte a quell’orribile oggetto di plastica non ho retto. Non volevo neanche provarlo, quando l’ho fatto mi sono sentita compressa, non riuscivo a respirare o a muovermi. ‘Solo qualche ora al giorno mi è stato detto all’inizio, poi piano piano… ti abituerai’.
La prima notte con il busto ho sognato di essere diventata una tartaruga prigioniera nel suo guscio, a scuola all’inizio mi nascondevo con maglie 3-4 taglie più grandi di me. Il momento più bello è quando corro, mi sento libera, fuori dal guscio, corro e corro… Dopo un po’ mi sono quasi abituata, quasi, e ho imparato alcune cose, per esempio che non posso mangiare e mettere subito il busto, se mi cade qualcosa per terra devo abbassarmi diversamente, d’estate dormo con l’aria condizionata. Sono riuscita anche a escogitare dei modi carini per vestirmi da ragazza di 15 anni quale sono! E poi le mie amiche sono state di grande aiuto…”
Carolina, ora uscita dal guscio