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Ricette e certificati elettronici. Anorc: “Sistema italiano incompleto per Ue. Occorre rivederlo”

  • 29 Gen 2013 alle 16:38:00
Per l’Ue il sistema italiano è incompleto. I documenti risultano invalidi con la semplice firma elettronica come ora, occorre la firma digitale del medico. L’allarme lo lancia l’Anorc che evidenzia come “entro ottobre 2013 sarà necessario rivedere l’intero sistema e la piattaforma utilizzata dal Ssn”. 
15 GEN - Le direttive comunitarie mettono in luce le contraddizioni della normativa italiana sulla digitalizzazione della sanità - una rivoluzione tanto attesa per migliorare efficacia e controlli delle prescrizioni - in particolare per quanto riguarda l’emissione di certificati e ricette.
La recente Direttiva di esecuzione 2012/52/UE del 20 dicembre 2012 infatti all'art. 3 stabilisce che gli Stati membri "provvedano a che le ricette contengano almeno i dati stabiliti dall'allegato", tra cui la firma per l'identificazione dello specialista prescrivente”. Nello specifico, il citato documento prevede che le ricette mediche includano necessariamente la firma dello stesso in "forma scritta o digitale in base al mezzo scelto per l'emissione della ricetta".
La situazione attuale, invece, prevede che il sistema per l’autenticazione dei medici predisposto per l'utilizzo della piattaforma del Sistema di Accoglienza Centrale (SAC quello alla base anche della tessera sanitaria) e per la generazione di certificati di malattia e ricette mediche digitali si basi tramite la semplice digitazione di ID e password, con la conseguenza che il documento informatico costituente la prescrizione o la ricetta medica risulta provvisto della sola firma elettronica semplice, ai sensi dell'art. 21 del Codice dell'Amministrazione Digitale.
Andrea Lisi, Presidente di Anorc, associazione che rappresenta i professionisti e le aziende impegnate nella conservazione e digitalizzazione dei dati e che già in passato aveva richiamato l’attenzione del legislatore e degli enti coinvolti su questo “baco” del sistema, stigmatizza come “il tentativo di semplificare le procedure e controllare i dati relativi alla spesa pubblica in ambito sanitario, presenta il paradosso di avallare la circolazione di documenti informatici che rappresentano prescrizioni mediche prive dello stesso valore giuridico e probatorio di quelle generate in forma cartacea, senza considerare le difficoltà per adeguare il sistema allo standard indicato ora dall’Unione”.
In effetti l’adeguamento della normativa nazionale in tema di e-prescription con conseguenze sui sistemi operativi e sulle procedure seguite dai medici, appare inevitabile entro il termine del 25 ottobre 2013.
15 gennaio 2013
(QuotidianoSanità) © Riproduzione riservata
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