Consultorio. Un modello per il mondo
- 06 Dic 2012 alle 11:18:00
Convegno organizzato dalla Consulta dei Consultori Familiari di Roma e dall’Associazione Donne per lo Sviluppo (AIDOS)
Nei Paesi Industrializzati e nei Paesi in Via di Sviluppo la presenza di servizi primari come i consultori familiari – investono sulla salute della donna – aumenta la consapevolezza della donna e della coppia rispetto alle scelte sulla salute sessuale e riproduttiva e produce un effetto moltiplicatore sul benessere complessivo della comunità, con ricadute anche in termini di riduzione dei costi, non solo economici.
Pina Adorno, Presidente della Consulta, spiega che il modello si basa su:
- visione olistica della persona che è al centro del servizio ed è corpo, mente e relazioni. La centralità della persona consente di fare azione di empowerment, mettendo priorità sulla tutela della propria salute e il servizio che viene offerto tiene conto di tutto ciò di cui quella persona è portatrice.
- L’offerta attiva sul territorio di riferimento
- È un servizio di genere con il compito di valorizzare l’appartenenza al proprio genere e negli ultimi anni è aumentata la frequenza degli uomini soprattutto nella pianificazione familiare
- Il compito fondamentale è l’informazione (sul funzionamento del proprio corpo, sulla contraccezione, ecc.) data in un contesto relazionale proprio perché ogni persona è unica e diversa dalle altre.
Questo incontro ha coinciso con la settimana di lotta contro la violenza alle donne, che si conclude il 25 novembre. E’ necessario fare sempre molto di più ma attualmente i consultori non sono neanche la metà degli 1 a 20.000 abitanti previsti per legge.
Paola Cirillo, responsabile dei programmi AIDOS, ha presentato il lavoro svolto in Giordania, in un servizi simili al consultorio e che sono centri per la salute sessuale e riproduttiva delle donne, adattati al contesto locale.
L’AIDOS è una ong che si impegna per i diritti delle donne dal 1981. Il primo consultorio realizzato è stato nella periferia di Buenos Aires, poi ne sono seguiti 2 a Gaza, 1 in Giordania ampliato in un centro materno-infantile, 1 in Nepal. In Venezuela e Siria sono stati rafforzati dei centri di pianificazione familiare già esistenti, mentre in Burkina Faso ne è stato creato uno ex novo come quelli in Nepal e Gaza, dimostrando che è un modello valido in tutti i Paesi. L’AIDOS fa progetti dimostrativi di strategie e approcci, per garantire i diritti sessuali e riproduttivi delle donne. I centri sono gestiti da personale locale a maggioranza femminile, formato dall’associazione.
I principi di riferimento sono:
- priorizzare le attività di prevenzione, completamente assenti, con il pap test e la mammografia
- attenzione alla qualità e la continuità della cura versus visite frettolose
- l’integrazione dei servizi specie di avvocati per l’informazione sui diritti
- il lavoro di gruppo
- l’outreach: andando nel territorio senza aspettare che le donne arrivino, presentando il consultorio, i servizi offerti e l’ascolto dei problemi
- appoggio della Comunità: con il coinvolgimento dei leaders religiosi “illuminati” come possibili portatori di cambiamento e con la possibilità di raggiungere gli uomini.
- Promozione della scelta del proprio partner
- Attenzione alle Mutilazioni Genitali Femminili nei programmi ostetrici dei vari centri nelle nazioni a rischio
- Counselling legale sui diritti
- Prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e contraccezione per gli adolescenti
- Programma contro la violenza alle donne con attività: di sensibilizzazione (distribuzione di specchietti da borsa con numeri di telefono), di diagnosi con screening da fare a tutte le donne (in Siria 1 donna su 3 è vittima di violenza), comprensione delle dinamiche di potere maschio/femmina. Per fare prevenzione della violenza si lavora molto con gli adolescenti.
In tutti i centri c’è una piccola palestra per le donne, per il massaggio del bambino, per i trattamenti di riflessologia plantare.
L’Aidos non fornisce servizi con proprio personale. I servizi sono offerti solo da personale tecnico locale formato dall’associazione per gli aspetti relazionali, per la gestione dei centri, per la gestione e la sostenibilità del progetto. Si cerca inoltre di reperire i fondi attraverso la vendita di servizi e la ricerca di altri tipi di finanziamento.
L’AIDOS inoltre sta portando avanti la campagna delle “Bambole di carta” per la diffusione del condom femminile. Il condom femminile è diffuso da 15-20 anni, ma poco conosciuto, la donna lo può gestire con maggiore autonomia. Il prezzo su internet è molto alto, anche se in Africa è distribuito con alcuni progetti attraverso le parrucchiere.
Maria Edoarda Trillò