“Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali”
- 04 Apr 2012 alle 09:56:00
Il 19 marzo nella sala stampa della Camera, in una sala gremita di giornalisti e politici, ma anche di mamme con i loro bambini, è stata presentata la “Campagna Nazionale per la difesa del latte materno dai contaminanti ambientali”, promossa da: IBFAN Italia, MAMI - Movimento allattamento materno italiano, MINERVA p.e.l.t.i. onlus, PEACELINK, ISDE – Associazione medici per l’ambiente, ANDRIA, Mamme per la salute e l’ambiente onlus Venafro e ACP - Associazione Culturale Pediatri, unica associazione scientifica pediatrica a sostegno.
L’ACP si occupa da anni di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno e di attività miranti a salvaguardare l’ambiente (inteso non solo come ambiente naturale), per renderlo più sano e vivibile per i bambini di oggi e di domani. Basti pensare alle attività del gruppo ACP "Pediatri per un mondo possibile" (PUMP) e del Gruppo ACP per la Nutrizione.
L’ACP non poteva quindi non essere tra i promotori di questa campagna per la difesa del latte materno dagli inquinanti ambientali. In questo ambito la ricerca scientifica in materia ha prodotto risultati chiari: il latte materno è meglio del latte di formula anche in ambienti inquinati.
I relatori hanno esposto i punti cardine della Campagna (video integrale) e qui di seguito diamo una sintesi di quanto detto in conferenza stampa. Per maggiori approfondimenti rimandiamo al sito della Campagna dove sono disponibili le diapositive e gli interventi integrali esposti.
Paola Negri
Presidente IBFAN Italia
Portavoce della campagna
P.N. ricorda come agenti inquinanti derivanti delle attività industriali, agricole e di gestione dei rifiuti inquinando il suolo, l’acqua e l’aria sono arrivati fino all’uomo, che è all’apice della piramide alimentare e quindi anche al Latte Materno. Ciò si deve al mancato rispetto delle leggi antinquinamento, ma anche all’utilizzo di parametri di esposizione soglia inadeguati, laddove si possa parlare di valori soglia accettabili per gli inquinanti. I promotori della campagna chiedono quindi:
· il biomonitoraggio del latte materno (OMS) il tessuto umano più prezioso, per la crescita di un bambino e quindi il più a rischio;
· la ratifica della Convenzione di Stoccolma, che limita gli inquinanti organici persistenti (POP’s), firmata da 154 paesi il 22/05/2001 e che l’Italia ha sottoscritta e mai ratificato: unico paese in Europa e tra i pochi al mondo, insieme agli USA;
· l’istituzione del marchio dioxin free (presentato con una proposta/disegno di legge).
Paola Negri sottolinea con forza che la Campagna intende salvaguardare il latte materno e la salute dei bambini. Dire che il latte materno è ad alto rischio di inquinanti ambientali non significa delegittimarlo o sponsorizzare l’allattamento artificiale, come qualche critico vorrebbe insinuare, significa invece difenderlo con ogni mezzo, perché è semplicemente insostituibile e l’Italia deve adeguarsi al più presto con normative mirate.
Patrizia Gentilini
ISDE Italia
Portavoce della campagna
P.G. illustra quanta diossina c’è nel latte delle mamme italiane e l‘utilità del biomonitoraggio del latte materno che è il modo più semplice e più sensibile per valutare l’impatto degli agenti inquinanti sugli esseri umani (Linee Guida OMS in materia: Guidelines for Developing a National Protocol - Biomonitoraggio del latte materno per inquinanti organici persistenti POP.
L’OMS ha dimostrato proprio attraverso il biomonitoraggio del latte materno (2009) che in molti paesi Europei dalla fine degli anni ’80 al 2007 le diossine sono diminuite. Per l’Italia i dati sono a macchia di leopardo, ma i livelli sono mediamente alti: dai 10-11 pgr/gr grasso della Campania e del Lazio, ai 10-18 del Veneto, ma a Taranto e a Ravenna si arriva anche a 40 pcgr. Tutto questo è ancor più rischioso se consideriamo l’esposizione in epoca prenatale e i possibili effetti sulle cellule germinali. I dati Eurostat sugli indicatori socio-sanitari infine ci dicono che in Europa la speranza di vita è in aumento, ma la speranza di vita in salute è invece in calo e dal 2003 ad oggi è calata soprattutto in Italia e l’inquinamento ambientale è uno dei fattori determinanti. Dobbiamo occuparcene e il latte materno è un indicatore privilegiato e di facile disponibilità.