La vita degli abitanti del “Distretto”
- 01 Dic 2010 alle 14:26:00
Maurizio Maggiani
Meccanica celeste
Feltrinelli (I narratori)
pp. 312, euro 18,00
“La notte che ho messo incinta la mia donna, Barack Obama è stato eletto quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America. Il fatto è avvenuto poco dopo la mezzanotte, assai prima che la notizia fosse sicura, e se la relazione tra i due avvenimenti è naturale, è anche con assoluta certezza priva di alcun significato”. Cosi inizia il romanzo di Maurizio Maggiani, affabulatore di natura, arrivato alla scrittura dopo aver fatto il maestro, il segretario comunale, l’idraulico.
Dalle Alpi Apuane la storia parte raccontando la vita degli abitanti del “Distretto” e da questi luoghi, duri e particolarmente belli per la loro asprezza, parte il racconto di tante vite passate e di una vita futura, la figlia della voce narrante che nasce a suo dire “... già orfana di padre”. Bella e interessante la figura della “Nita”, la mamma in attesa, arrivata per caso nel “Distretto”, adottata dal paesaggio e dalle persone, ne diventa rapidamente parte. L’Autore percorre un viaggio nella memoria dagli inizi del Novecento fino ai nostri giorni; in questo raccontare, protagonista sempre presente è il paesaggio, fatto di valli, valichi, montagne e fiumi, posti difficili e impervi come le persone che vi abitano, ma luoghi che allo stesso tempo esercitano un forte richiamo e riescono a contenere gli animi. Sono tante le storie che si intrecciano e bellissimi i personaggi che emergono dalla narrazione. A raccontare è il futuro padre, nato alla fine della guerra da un amore breve e intenso tra la Duse, maestra elementare dei pastori, suonatrice di fisarmonica, e un brasiliano capitato per caso in quella terra per combattere, ma in realtà partito dal Brasile per cercare il mare azzurro della Grecia.
Tanti sono i personaggi che danno forza al racconto, ognuno con una forza particolare, come l’Omo Nudo, vestito di stracci come il giorno in cui fece ritorno a casa dal campo di concentramento di Sachsenhausen, o la Santarellina, orfana e comprata per pochi spicci da una famiglia di contadini, costretta a lavorare dall’età di 8 anni, piena della saggezza delle montagne, anche se non istruita. La storia scorre nei nove mesi di attesa di una
nascita e ripercorre storie e leggende esaltando le caratteristiche tuttora presenti in questi luoghi e nelle persone, la vera libertà dell’individuo, di ogni uomo e donna e, specialmente, delle donne madri e mogli, una libertà non improvvisata, ma scaturita da un forte senso del passato e dalle radici profonde di questi posti.
Stefania Manetti