Alcuni chiarimenti sul problema dello squalene contenuto nei vaccini adiuvati contro l’influenza H1N1/2009
- 23 Nov 2009 alle 10:03:00
Le decine di milioni di dosi di vaccino con MF59 usate negli ultimi 30 anni a cui spesso si fa riferimento, riguardano la popolazione anziana. E il funzionamento del sistema immunitario della popolazione anziana non è paragonabile con quello di un bambino.
Gli studi pubblicati sui vaccini contenenti MF59 nei bambini sono insufficienti.
Nello studio di Vesikari e altri (1) spesso citato come lavoro conclusivo (che riguarda solo 130 bambini, un campione limitato), gli autori affermano che “Tuttavia è necessario raccogliere più dati sulla reattogenicità e sicurezza dei vaccini antinfluenzali adiuvati con MF59 nei bambini” e nella conclusione si dice che “In base a questi risultati, occorrono ulteriori studi allargati sui vaccini antinfluenzali adiuvati con MF59 nei bambini, compresi studi sull’efficacia”.
Il motivo delle resistenze dell’FDA ad autorizzare vaccini con adiuvanti idro-oleosi, stando a quanto dice la Morgan Stanley Research Europe in un documento del 2008 (2), sarebbe l’ipotesi che questi possano indurre malattie autoimmuni. Questo problema viene sollevato anche durante un workshop dell’FDA e del National Institute of Health del 2008, dove Jesse L. Goodman Direttore del Center for Biologics Evaluation and Research dell’FDA segnala tra l’altro “il numero molto limitato di studi con un adeguato numero di controlli, di follow-up attivi a lungo termine o nei bambini” (3).
E’ difficile capire il motivo del diverso atteggiamento dell’EMEA riguardo ai vaccini adiuvati, indicati anche in età pediatrica e nelle donne gravide per i vaccini pandemici. L’unica constatazione che si può fare è che l’FDA, almeno in questo caso, usa un atteggiamento di maggiore (e doverosa?) cautela.
I vaccini contro l’H1N1/2009 autorizzati finora dell’FDA sono tutti senza adiuvanti e la stessa FDA dichiara che quelli adiuvati saranno utilizzati solo in condizioni di emergenza (4).
La recente autorizzazione di Cervarix (adiuvato con AS04) non sembra in contraddizione con questo atteggiamento di cautela, infatti il Package Insert di Cervarix riporta anche dati sull’insorgenza di malattie autoimmuni in un’ampia popolazione femminile (12.000 casi e 10.000 controlli) dai 10 ai 25 anni seguite per circa 4 anni. Si è ritento quindi necessario monitorare e disporre di dati sull’eventuale comparsa di malattie autoimmuni.
Lascia però perplessi che ai controlli non sia stato somministrato un vero placebo ma un altro vaccino (antiepatite A) oppure idrossido di alluminio. Questo può attenuare le differenze tra il gruppo delle vaccinate e il gruppo di controllo facendo apparire inferiore la reattogenicità del vaccino in studio.
La Sindrome del Golfo, rimane tuttora un evento assai poco chiaro. Un rapporto dell’Institute of Medicine degli USA del 2006 (5), fa presente che i veterani presentano un’ampia gamma di sintomi non riconducibili ad un’unica sindrome. Inoltre furono sottoposti contemporaneamente a numerosi agenti tossici (uranio impoverito, pesticidi …), oltre alla somministrazione in tempi brevi di numerosi vaccini anche sperimentali (antrace, peste) sui quali mancano informazioni dettagliate. Non è quindi possibile affermare o escludere se e quali sintomi siano attribuibili a ciascuna delle numerose sostanze chimiche o biologiche a cui sono stati esposti.
I risultati degli studi effettuati su altre specie animali, compresi i topi, per verificare la comparsa di malattie autoimmuni correlate agli adiuvanti idro-oleosi, non appaiono conclusivi e non possono essere trasferiti all’uomo. Possono però indicare la necessità di cautela e di eseguire studi adeguati sull’uomo.
Prima di utilizzare su larga scala vaccini contenenti adiuvanti idro-oleosi, in particolare su gruppi di popolazione sensibili come i bambini e le donne gravide, si dovrebbe disporre di ampi studi caso-controllo con placebo ai controlli della durata di molti anni. Poiché non è possibile eseguirli in situazioni di urgenza, applicando un principio di precauzione, in una simile circostanza, si dovrebbero utilizzare vaccini senza adiuvanti.
O’ Hagan e De Gregorio, ricercatori della Novartis, in un articolo del giugno 2009 su Drug Discovery Today, dichiarano infatti a proposito dei vaccini adiuvati, che “Sarà necessario un ampio database sulla sicurezza che includa un’analisi dell’impatto potenziale degli adiuvanti sulle malattie autoimmuni” e inoltre “Sebbene la sicurezza a breve termine sia ancora l'argomento principalmente responsabile della limitazione dello sviluppo degli adiuvanti, la sicurezza intermedia e particolarmente quella a lungo termine è effettivamente la maggiore sfida. Ovviamente queste non solo richiedono piu' tempo per manifestarsi, ma coprono anche un range di preoccupazioni teoriche per le quali il rischio reale e' difficile da definire e quantificare” (6).
Alla luce di tutto ciò, si concorda con quanto affermato nell’introduzione della DOMANDA 1 della Newsletter della FIMP del 2 novembre 2009: “le molte perplessità emerse pensiamo siano giuste in quanto derivano dal fatto che sino ad ora l’adiuvante MF59, a base di squalene, non è stato utilizzato su ampie popolazioni di soggetti non anziani. In particolare in età pediatrica il numero di soggetti arruolati in studi clinici che prevedevano l'uso di vaccini adiuvati contenenti squalene è molto ridotto. Questo fatto, potrebbe giustificare le forti perplessità, specialmente se teniamo presente la scarsa severità della malattia generalmente osservata in coloro che sino ad ora hanno manifestato l'influenza da nuovo virus A(H1N1)v”.
Luisella Grandori, Referente prevenzione vaccinale ACP
Riferimenti:
1) Vesikari T, Pellegrini M, Karvonen A et al. Enhanced immunogenicity of seasonal influenza vaccines in young children using MF59 adjuvant. Pediatr Infect Dis J 2009, 28(7):563-71
2) Morgan Stanley Research Europe. GlaxoSmithKline - Downgrading on anticipated lengthy Cervarix delay. May 27, 2008.
3) Goodman JL. Workshop on adjuvants and adjuvanted preventive and therapeutic vaccines for infectious disease indications. Bethesda. December 2 e 3 2008.
5) Institute of Medicine. Health effects of serving in the Gulf war. Volume 4. The National Academies Press, Washington, D.C. 2006.
6) O’Hagan DT, De Gregorio E. The path to a successful vaccine adjuvant – ‘The long and
winding road’. Drug Discovery Today 2009; 14: 541-551.