In Inghilterra la pressione contro l’omeopatia è in crescita
- 06 Set 2008 alle 08:03:00
Alcuni medici e scienziati dell’University College di Londra hanno inviato una lettera di protesta alle Primary Trust, gli enti pubblici locali che rimborsano le prestazioni mediche, per sottolineare la loro preoccupazione circa l’uso della omeopatia sostenuta dal NHS, in mancanza di prove di efficacia. A seguito di questa iniziativa sono stati sospesi i fondi per 2 dei 5 ospedali omeopatici inglesi. L’ospedale omeopatico London Royal ha visto calare del 20% i ricoveri di ottobre e gli omeopati inglesi hanno accusato i medici dell’University College di Londra di essere in collusione con le case farmaceutiche.
Negli ultimi due anni numerosi giornalisti, medici e scienziati hanno sottolineato la mancanza di prove di efficacia per l’omeopatia.
I medici anti-omeopatia dell’University College di Londra chiedono perché esistono regole differenti per farmaci tradizionali e per gli omeopatici, quando almeno cinque meta-analisi hanno dimostrato che l’efficacia dei rimedi omeopatici non è superiore a quella di un placebo.
La questione non è da poco: il mercato dell’omeopatia in Inghilterra è dell’ordine di 38 milioni di sterline e si stima che possa arrivare a 46 milioni nel 2012. Inoltre il bias di pubblicazione nei giornali di terapie alternative è elevato: nel 2000 solo il 5% degli studi pubblicati per medicine alternative aveva risultati negativi.
Gli omeopati rispondono alle metaanalisi negative con studi osservazionali positivi su pochi casi. Ciononostante l’omeopatia, rimborsabile sin dalla istituzione del SSN (1948), rimane ancora popolare. Il 14,5% della popolazione ha fiducia nei rimedi omeopatici, ogni anno circa 13.000 pazienti vengono trattati nei cinque ospedali omeopatici inglesi. Secondo l’University College l’unico modo per risolvere la questione è che il Ministero della Salute inglese richieda una valutazione costo-efficacia della omeopatia al NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) che è responsabile della produzione di linee guida. Allo stato attuale nessuna linea guida clinica del NICE raccomanda rimedi omeopatici. Lancet si chiede se questo non sia l’inizio della fine del sostegno all’omeopatia da parte del Servizio Sanitario Nazionale inglese (www.thelancet.com Vol. 370 November 17, 2007).
Negli ultimi due anni numerosi giornalisti, medici e scienziati hanno sottolineato la mancanza di prove di efficacia per l’omeopatia.
I medici anti-omeopatia dell’University College di Londra chiedono perché esistono regole differenti per farmaci tradizionali e per gli omeopatici, quando almeno cinque meta-analisi hanno dimostrato che l’efficacia dei rimedi omeopatici non è superiore a quella di un placebo.
La questione non è da poco: il mercato dell’omeopatia in Inghilterra è dell’ordine di 38 milioni di sterline e si stima che possa arrivare a 46 milioni nel 2012. Inoltre il bias di pubblicazione nei giornali di terapie alternative è elevato: nel 2000 solo il 5% degli studi pubblicati per medicine alternative aveva risultati negativi.
Gli omeopati rispondono alle metaanalisi negative con studi osservazionali positivi su pochi casi. Ciononostante l’omeopatia, rimborsabile sin dalla istituzione del SSN (1948), rimane ancora popolare. Il 14,5% della popolazione ha fiducia nei rimedi omeopatici, ogni anno circa 13.000 pazienti vengono trattati nei cinque ospedali omeopatici inglesi. Secondo l’University College l’unico modo per risolvere la questione è che il Ministero della Salute inglese richieda una valutazione costo-efficacia della omeopatia al NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) che è responsabile della produzione di linee guida. Allo stato attuale nessuna linea guida clinica del NICE raccomanda rimedi omeopatici. Lancet si chiede se questo non sia l’inizio della fine del sostegno all’omeopatia da parte del Servizio Sanitario Nazionale inglese (www.thelancet.com Vol. 370 November 17, 2007).