Anno. 2008, Volume. 15, N. 3, Pag. 99-105
La posizione nel sonno: confronto 2002-2005 nella Regione Emilia-Romagna
Chiara Cuoghi,
Luca Ronfani,
Simona Di Mario
Servizio di Epidemiologia e Biostatistica, IRCCS Burlo Garofolo e Centro per la Salute del Bambino (CSB)/ONLUS, Trieste CeVEAS, Centro per la Valutazione della Efficacia della Assistenza Sanitaria, AUSL di Modena e APeC (Associazione Pediatria di Comunità) Pediatria di Comunità, AUSL di Ferrara e APeC (Associazione Pediatria di Comunità
Sleeping position: a comparison between 2002/2005 in Emilia-Romagna region
Objective During the three-yearly survey on breastfeeding prevalence in Emilia-Romagna region, data were collected to investigate the sleeping position of infants living in the region.
Methods This is a prevalence study. A questionnaire on feeding practices and sleeping position was administered to the mothers of the infants visiting the vaccination centres of Emilia-Romagna region for the first and second round of immunisation sessions (at three and five months of age).
Results In total 6290 and 6037 questionnaires were collected respectively in the year 2002 and 2005. In the year 2002 half of the babies were placed in supine position during hospital stay after delivery (52.5%) and at home (52.6%), with significant differences between administrative areas (AUSL). A substantial improvement occurred in the year 2005 in all the different administrative areas (regional rate of supine position-average-: 72.7% in hospital, 64% at home); differences between administrative areas persist. As
results from the multivariate analysis, relevant protective factors for being placed in supine position at home are: being placed in supine position in hospital, having received specific information on sleeping position, having participated to antenatal classes, living in specific administrative areas. In 2005 being born from a non Italian mother results to be a protective factor. In both the surveys non Italian mothers receive less information and participate to antenatal classes less frequently than Italian mothers. Conclusions Even though no structured interventions for SIDS prevention have been implemented in Emilia-Romagna region before the survey conducted in the 2005, the simple collection of the data regarding the sleeping position conducted in 2002 can have increased the awareness of health professionals on the importance of the supine position as a mean to prevent SIDS. The practice on sleeping position adopted in hospitals results to be the main determinant of the practices adopted subsequently at home. Some critical aspects persist: the variation between administrative areas; the barriers to reaching immigrants people.
Obiettivo In occasione della rilevazione triennale della prevalenza dell’allattamento al seno a tre e cinque mesi di vita, promossa dalla Regione Emilia-Romagna, si è voluto verificare in che posizione venivano messi a dormire i lattanti.
Metodo Studio di prevalenza mediante un questionario, sottoposto alle mamme dei bambini che si presentano per la prima e seconda vaccinazione di legge nei servizi di vaccinazione della Regione Emilia-Romagna, volto a indagare il tipo di alimentazione e la posizione nel sonno del bambino.
Risultati Sono stati analizzati 6290 e 6037 questionari rispettivamente nel 2002 e nel 2005. Nel 2002 poco più della metà dei bambini veniva posta a dormire a pancia in su in ospedale (52,5%) e a casa (52,6%), con importanti differenze tra le varie AUSL. Nella rilevazione del 2005 la situazione è nettamente migliorata in tutte le AUSL e quindi come media regionale (posizione supina in ospedale: 72,7%; a casa: 64%); si confermano differenze interaziendali. Come risulta dall’analisi multivariata, i fattori che aumentano la possibilità di essere messi in posizione supina a casa sono: essere messi in posizione supina in ospedale, aver ricevuto informazioni, aver partecipato al corso preparto, e azienda di appartenenza. Nel 2005 essere figlio di donna straniera risulta essere un fattore favorente la posizione supina a casa. Le donne straniere ricevono comunque meno informazioni rispetto alla posizione supina e partecipano meno ai corsi preparto rispetto alle donne italiane.
Conclusioni Nonostante in Emilia-Romagna non sia stata realizzata prima della rilevazione del 2005 una campagna strutturata di promozione della posizione supina, la semplice rilevazione e diffusione dei dati raccolti nel 2002 possono aver aumentato l’informa zione tra gli operatori sanitari e la loro consapevolezza sull’importanza della posizione supina come fattore protettivo nei confronti della SIDS. Le pratiche adottate in ospedale risultano fondamentali, dal momento che vengono in larga misura replicate a casa dalle famiglie. Persistono alcuni punti critici: la disomogeneità interaziendale; la difficoltà nel raggiungere una parte della popolazione straniera.