Communicating risk: a difficult problem for family paediatricians
Two stories from the daily experience of a family paediatrician (a “golf ball” clinical case in prenatal ultrasonography and a probable familial intracranial aneurysm) are analysed. Good communicating and relational skills are in these circumstances important as professional ones. The Authors discuss about the better way to communicate a risk diagnosis and how to share with parents the search for adequate answers, considering a future and possible indefinite event. Suggestions are given regarding the way to provide correct, updated and pertinent information. This is important in order to give parents the opportunity of an informed choice, thus avoiding confusing and contradictory messages and inappropriate solutions. The Authors propose a way to communicate a burdensome doubt based from what emerges (or not) from scientific literature without loosing medical authority.
Vengono riferite due storie, tratte dall’esperienza quotidiana del pediatra di famiglia (un caso di “golf ball” in ecografia prenatale e un caso di probabile aneurisma cerebrale familiare). Nei due casi sono importanti abilità e competenze oltre che in campo medico anche in campo comunicativo e relazionale. Gli Autori discutono come comunicare correttamente una diagnosi di rischio e trovare insieme ai genitori risposte adeguate di fronte a un evento possibile, futuro, indeterminato. Vengono dati suggerimenti su come fornire informazioni corrette, aggiornate, pertinenti. Queste informazioni sono presupposti essenziali per una scelta informata da parte dei genitori, evitano messaggi confusi e contraddittori e soluzioni poco appropriate a quella condizione di rischio, garantiscono trasparenza nelle proposte prescrittive. Viene presentata la possibilità di comunicare un’incertezza gravosa, alla luce di quanto dice (o non dice) la letteratura e senza perdere l’autorevolezza del medico.