Famiglie arcobaleno: pediatri alla ministra Roccella, “Preoccupante vuoto normativo espone i bambini a una grave carenza di diritti”
- 12 Apr 2023 alle 19:11:44
Da troppo tempo nel nostro Paese permane un preoccupante vuoto legislativo nella tutela dei figli nati da coppie omosessuali tramite procreazione medicalmente assistita (PMA) all’estero, nei Paesi in cui ne è regolamentato l'accesso. Accodandosi alle sentenze 32 e 33 (2021) della Corte Costituzionale; alle recenti proposte dell’Unione Europea e alle richieste del Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) (1), oggi anche l’Associazione Culturale Pediatri (ACP) ha scritto una lettera a Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità per chiedere una legge indirizzata a garantire ai bambini, fin dalla nascita, il riconoscimento del genitore intenzionale (sociale), oltre a quello biologico, nell’ottica del best-interest del minore. Le stesse posizioni sono state espresse di recente anche nella lettera congiunta dei presidenti degli Ordini degli Psicologi delle Regioni Lazio, Campania, Sicilia, Marche, Abruzzo, Veneto ed Emilia Romagna indirizzata alla ministra Roccella (2).
“Il nostro intento è dare un contributo alla prospettiva di proteggere i diritti delle bambine e dei bambini che sono nati e nasceranno nelle famiglie omogenitoriali”, commenta Chiara Centenari, pediatra e ricercatrice ACP.
“Secondo l’attuale normativa italiana – spiega Centenari - i minori nati da coppie omogenitoriali vedono riconosciuto solamente il genitore biologico. Il genitore “intenzionale” (o sociale) che cioè ha partecipato al progetto genitoriale e all’estero ha firmato il consenso informato per assumere una responsabilità genitoriale verso quel bambino/a, non ha in Italia alcun dovere connesso alle decisioni sanitarie, al mantenimento, all’assistenza o all’istruzione del minore; allo stesso tempo non ha il potere di ritirare i figli da scuola se non con delega scritta del genitore biologico, né il diritto al voto attivo negli organismi scolastici. In caso di morte del genitore legale, il bambino non ha diritto alla continuità affettiva, ma verrà posto sotto la tutela degli unici parenti biologici. Lo stesso in caso di separazione: nessun obbligo legale di far mantenere al bambino i rapporti con il genitore intenzionale, che non ha neppure il dovere di partecipare al suo mantenimento”.
La posizione dell’Associazione Culturale Pediatri si fa forte dei circa 20 anni di esperienza sul campo, e di ricerca scientifica diretta in merito, integrata con l’ampia letteratura internazionale che gli ultimi 40 anni hanno generato sull’argomento. ACP ha prodotto pubblicazioni (3, 4) ed eventi formativi per alzare l’attenzione della comunità pediatrica sullo stato di salute dei figli delle coppie omogenitoriali, enfatizzando quel che ad oggi la scienza ha certificato:
· lo sviluppo sano, equilibrato e armonioso dei bambini si basa sulla qualità delle relazioni affettive genitore-figlio; sulla presenza di legami sicuri e stabili con adulti responsabili e amorevoli; sulla capacità dei genitori di accogliere e seguire la crescita dei bambini, dar loro sostegno creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single o dello stesso sesso.
· I dati mostrano che l’adattamento, lo sviluppo cognitivo, sociale e psicosessuale, la qualità delle relazioni e il successo scolastico dei bambini e degli adolescenti cresciuti da genitori omosessuali non si discostano da quelli dei figli cresciuti da genitori eterosessuali.
· Nei figli di genitori omosessuali non si presentano differenze rispetto ai bambini di genitori eterosessuali nella percezione del senso di sicurezza. Ciò che può influire negativamente su questi bambini è invece quel processo di discriminazione sociale e rifiuto che si esprime sotto forma di commenti negativi, bullismo, violenza fisica e mancanza di tutela legale. Ovvero, non è il rapporto tra figlio e genitore a creare difficoltà, ma quello dovuto all’omofobia dell’ambiente esterno nei confronti dei genitori.
· Nonostante quanto sopra, i dati disponibili rivelano che i bambini cresciuti da gay e lesbiche seguono i percorsi di sviluppo attesi. Nonostante le maggiori sfide e le difficoltà incontrate dalle famiglie omogenitoriali, la capacità di resilienza sembra fornire loro il potenziale per far fronte alle avversità positivamente.
· Questo risultato indica che la soluzione è nel proseguimento della crescita e nell’adeguamento culturale delle comunità a questo genere di famiglie, che passa innanzitutto per l’attribuzione alle stesse di famiglie di identiche condizioni, riconoscimenti e diritti.
Per i motivi sopra citati, ribadiamo la nostra richiesta di tutelare il benessere dei bambini figli di coppie omosessuali, che può essere garantita solo da una loro affermazione sociale riconosciuta giuridicamente.
[ IL DOCUMENTO ACP ]
1. Nel 12° rapporto del Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) si parla del "diritto al riconoscimento della genitorialità sociale per i figli di genitori omosessuali" (pag 90 del CRC - CAPITOLO VI (consultabile dal sito: https://gruppocrc.net/
2. Ordine Psicologi Lazio (2023)
3. Manetti S. (2020) “Ci sono famiglie e famiglie…? Le Famiglie LGBT”. Quaderni ACP, 23:4,169-170
4. Fruggeri L. (2021) Oltre il pregiudizio: la specificità dei processi di sviluppo delle famiglie contemporanee. Quaderni ACP 28:2, 88-90.