Anno. 2018, Volume. 25, N. 4, Pag. 155

Una schiena diritta

Stefania Manetti, Antonella Brunelli, Costantino Panza
Stefania Manetti*, Antonella Brunelli**, Costantino Panza*** - * Pediatra di famiglia, Piano di Sorrento (Napoli); ** UO di Pediatria e Consultorio familiare, Cesena – AUSL della Romagna *** Pediatra di famiglia, Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia)

“… prima o poi sapevo dentro di me che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto mettere il busto, pensavo di essere pronta, ma di fronte a quell’orribile oggetto di plastica non ho retto. Non volevo neanche provarlo, quando l’ho fatto mi sono sentita compressa, non riuscivo a respirare o a muovermi. ‘Solo qualche ora al giorno mi è stato detto all’inizio, poi piano piano… ti abituerai’.

La prima notte con il busto ho sognato di essere diventata una tartaruga prigioniera nel suo guscio, a scuola all’inizio mi nascondevo con maglie 3-4 taglie più grandi di me. Il momento più bello è quando corro, mi sento libera, fuori dal guscio, corro e corro… Dopo un po’ mi sono quasi abituata, quasi, e ho imparato alcune cose, per esempio che non posso mangiare e mettere subito il busto, se mi cade qualcosa per terra devo abbassarmi diversamente, d’estate dormo con l’aria condizionata. Sono riuscita anche a escogitare dei modi carini per vestirmi da ragazza di 15 anni quale sono! E poi le mie amiche sono state di grande aiuto…”

Carolina, ora uscita dal guscio


Quaderni acp - 2018; 25(4)

Bimestrale di informazione politico culturale e ausili didattici dell'Associazione Culturale Pediatri

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ISSN: 2039-1374

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