Dunmore, con gruppo di ricercatori britannici, ha recentemente misurato gli idrocarburi a lunga catena, che tipicamente vengono prodotti dai veicoli diesel e che non sono considerati esplicitamente nelle strategie per la qualità dell’aria, rilevando che tali inquinanti costituiscono più del 50% di tutti gli idrocarburi dell’aria di Londra e che contribuiscono a più della metà della potenziale produzione di ozono. Nella stessa città, nel 2007, uno studio trasversale randomizzato sugli effetti respiratori a breve termine degli scarichi di motori diesel effettuato su 60 volontari adulti con asma lieve o moderata, ha dimostrato una significativa riduzione del FEV1 e del FVC dopo esposizione. In uno studio del 2011, Giovanni Invernizzi aveva indagato, con modalità diverse da quelle dello studio londinese, le emissioni a Milano. Le misurazioni che riguardavano il Black Carbon (BC), prodotto della incompleta combustione di carburante carbonioso che viene emesso soprattutto da motori diesel, dimostrarono differenze di concentrazione nelle zone a diverso regime di traffico, differenze che non venivano rilevate con le misurazioni correnti. Sia Dunmore che Invernizzi che hanno indagato sulle emissioni carboniose dei motori diesel, le considerano rilevanti per la qualità dell’aria delle grandi città e concludono che le future strategie di controllo della qualità dell’aria dovranno focalizzarsi maggiormente su questi inquinanti.