Screening in pediatria
La diagnosi di una malattia in fase preclinica, in presenza di una terapia efficace per modificarne la storia naturale, è stata tradizionalmente pensata come una misura di sanità pubblica, dati i vantaggi per la persona affetta e per la collettività. Tuttavia, gli aspetti della comunicazione e dell’adesione ai programmi di screening sono stati sovente trascurati (e lo sono ancora), specialmente in epoca neonatale. Per esempio, era prassi comune effettuare lo screening per la fenilchetonuria e per l’ipotiroidismo congenito senza che i genitori venissero informati prima del prelievo. Attualmente gli scenari, le aspettative di salute e il concetto stesso di sanità pubblica si sono modificati al punto da rendere ineludibile affrontare il tema della comunicazione con competenza e professionalità, mettendo da parte ma non escludendo del tutto il buon senso che fin qui ci ha guidato. Abbiamo quindi chiesto a Dante Baronciani un contributo su questi temi, in considerazione del suo background di pediatra neonatologo, di epidemiologo e di esperto/formatore in comunicazione. Non credo sia necessario presentare l’Autore ai lettori di Quaderni acp. Ricordo solo i suoi molti contributi pubblicati su questa rivista e quelli presenti in PubMed. Chi volesse intervenire sugli aspetti oggetto del Forum sugli screening in pediatria può farlo scrivendo al direttore di Quaderni o a me personalmente.
Carlo Corchia - corchiacarlo@virgilio.it