Comparing Hospital Practices on breastfeeding, anxiety, post partum depression and child’s characteristics
Objective The evaluation of hospital practices (rooming-in, skin to skin) on both mother and infant well being. Well being criteria for mothers were: sleep and rest, subjective pain, anxiety level, depression risk, coping. Child’s criteria: growth, Apgar scores, jaundice, sooth ability level.
Methods Longitudinal study on 71 dyads divided in two groups: 34 dyads from a Baby Friendly Hospital (H1) (OMS/UNICEF guidelines) and 37 dyads from hospitals not following OMS/UNICEF guidelines (H2). The research has been carried out only with Italian mothers, considering the most possible number of physiological births (1/34 of Cesarean Section, CS, in H1; 11/37 of CS in H2). Mothers were interviewed at hospital discharge and after 6 weeks with the semi-structured STAI scale (State-Trait Anxiety Inventory). After 6 weeks the Edinburgh Postnatal Depression Scale, a crying schedule, a second interview and a questionnaire regarding soothing strategies were all submitted to mothers.
Results There were non statistically significant differences regarding socio-economical variables. Considering the mothers’ answers, some aspects regarding the pathway are more stressed: the type of hospital assistance (16/34 in H1; 25/37 in H2); skin to skin after delivery (21/34 in H1; 17/37 in H2), family help (21/34 in H1; 17/37 in H2), a quiet family environment (16/34 in H1; 21/37 in H2). Quantitative analysis shows the following significative differences: 85.3% of infants in H1 were fully breast-fed, compared to 32.4% of infants in H2; 97.1% of natural births in H1 (17% of CS in the last years); 70.3% in H2 (25% of CS in the last years); 97.1% of mothers in H1 stayed with their children immediately after birth, compared to 2.9% in H2; 88.2% of mothers in H1 practised total rooming-in compared to 2.9% in H2. After six weeks in H1 more mothers breast-fed (any breastfeeding) their infants even if the difference in the trend isn’t significant (H1: 85.3% full breastfeeding at hospital discharge to 60.6% of any breastfeeding after six weeks; H2: 32.4% of full breastfeeding at hospital discharge to 37.1% of any breastfeeding after six weeks). Significant is the difference in sooth ability and crying (H1: 3% of infants show difficulties compared to H2: 20% of infants). No significant differences regarding anxiety levels and risk of depression.
Discussion Good hospital practices as rooming-in and skin to skin immediately after delivery are able to influence breastfeeding and the infant’s behaviour. What really influences the different rates of breastfeeding after 6 weeks? That is a good question that probably has many different answers.
Obiettivo Scopo dello studio: valutare l’effetto di alcune pratiche ospedaliere (rooming-in, contatto pelle a pelle) sul benessere soggettivo e oggettivo della madre e del bambino. Criteri di benessere per la madre: presenza di sonno e riposo, percezione di dolore, livello di ansia, rischio di depressione, coping. Per il bambino: peso, indice di Apgar, ittero, pianto, livello di consolabilità.
Metodo Ricerca longitudinale su 71 diadi madre-bambino dopo il parto, divise in due gruppi a seconda del luogo di degenza: 34 presso un ospedale “Amico dei Bambini” OMS/UNICEF (H1) e 37 presso un ospedale senza queste caratteristiche (H2). Si è cercato di raccogliere il numero più alto possibile di nati a termine con parto vaginale di madri italiane disponibili alla intervista. Nello stesso periodo i tagli cesarei sono risultati 1 su 34 in H1 e 11 su 37 in H2. Le diadi sono state reclutate nel reparto maternità delle strutture ospedaliere durante il 1° trimestre 2006. Una seconda intervista è stata fatta dopo sei settimane, ma non è stata completata nell’intero campione. L’intervista era semistrutturata con somministrazione della scala STAI (State-Trait Anxiety Inventory). Dopo sei settimane sono stati somministrati ancora una intervista, la scala STAI, la Edinburgh Postnatal Depression Scale, il diario del pianto e un questionario sulle strategie di consolazione adottate dalla madre.
Risultati Non ci sono differenze significative per le variabili socio-economiche indagate (età, titolo di studio e professione dei genitori). La frequenza delle risposte dimostra che alcuni aspetti del percorso vengono maggiormente sottolineati: il tipo di assistenza ospedaliera (16 mamme su 34 in H1; 25 su 37 in H2); l’aiuto familiare (12 mamme in H1; 18 su 37 in H2); il pelle a pelle subito
dopo il parto (21 mamme su 34 in H1; 17 su 37 in H2); infine la tranquillità del contesto familiare (16 mamme su 34 in H1; 21 su
37 in H2). L’analisi quantitativa mostra le seguenti differenze significative: in H1 l’85,3% dei bambini è stato allattato al seno in
maniera esclusiva durante la degenza, mentre in H2 solo il 32,4%; in H1 si è registrata una percentuale del 97,1% di parti natu- rali (media annuale parti cesarei -TC- relativa agli ultimi anni: circa 17%) rispetto al 70,3% di H2 (media annuale TC relativa agli ultimi anni: circa il 25%); il 97,1% delle madri ha tenuto vicino il proprio bambino subito dopo il parto presso H1, contro il 2,9% di H2. Dopo sei settimane, nei nati in H1 c’è una maggiore presenza di allattamento “naturale” (esclusivo+predominante), anche se la differenza nell’andamento fra i due gruppi non risulta essere significativa (H1 dall’ 85,3% esclusivo alla dimissione al 60,6% “naturale” dopo sei settimane; H2 dal 32,4% esclusivo alla dimissione al 37,1% “naturale” dopo sei settimane). Considerevole risulta la differenza nel livello di consolabilità dei bambini e nella quantità di pianto: risulta difficile da consolare il 3% dei bambini presenti in di H1, il 20% invece di quelli in di H2. Non significative differenze per livello di ansia e rischio di depressione postpartum dopo il parto e dopo sei settimane.
Discussione Le pratiche ospedaliere possono influire sulla scelta della madre per l’allattamento al seno e sul comportamento successivo del lattante. Vengono discusse le motivazioni che influiscono su questi risultati.