Ministro, viceministro o sottosegretario?
- 15 Nov 2008 alle 06:58:00
Come avevamo più volte ricordato, la legge Bassanini toglie il ministro alla Sanità. Si poteva fare un viceministro, sisono fatti due sottosegretari: FrancescaMartini, finora assessore alla Sanità del
Veneto, e Ferruccio Fazio, medico primario di medicina nucleare e radioterapia al “San Raffaele” di Milano. Alla Martini toccherebbe la ripartizione del Fondo sanitario nazionale e i rapporti con le Regioni. Non tutti piangono per la mancanza di un ministro: non la FIMMG, non la CIMO, un poco l’ANNAO. Le Regioni invece vogliono fortemente un ministro.
Sul tappeto le Regioni in rosso (ma il ministro del welfare esclude le ipotesi di commissariamento minacciate dal governo precedente), il contratto dei medici a rapporto di impiego, e soprattutto il programma di governo: piano per l’au tosufficienza, rilancio dei consultori per le alternative alla IVG e dei presidi per le tossicodipendenze, esclusione dell’eutanasia o pratiche similari, avanzamento tecnologico, trasparenza nella scelta dei manager, riforma della legge 180, eliminazione (sic!) delle liste di attesa.
Come si vede, nulla che riguardi l’infanzia. Connesso al problema sanità è il problema del federalismo fiscale: secondo il modello Bossi alle Regioni andrebbe l’80% di IVA, il 15% di IRPEF, e tutto il fisco applicato a giochi e tabacchi. Se un territorio del Sud si trova ad avere un 40% di risorse mancanti, il fondo di solidarietà nazionale gliene darà la metà (il 50% del mancante), cioè il 20%. Il restante 20% se lo dovrà procurare al di fuori del fondo di solidarietà.
Secondo calcoli del centro studi “Sin tesi” alla Basilicata mancherebbero 1934 euro per abitante, alla Calabria 1789, al Molise 1776, all’Abruzzo 1220, alla Campania 1097, alla Puglia 615
(Il Sole24 ORE Sanità 20-26/5/2008).
Sul tappeto le Regioni in rosso (ma il ministro del welfare esclude le ipotesi di commissariamento minacciate dal governo precedente), il contratto dei medici a rapporto di impiego, e soprattutto il programma di governo: piano per l’au tosufficienza, rilancio dei consultori per le alternative alla IVG e dei presidi per le tossicodipendenze, esclusione dell’eutanasia o pratiche similari, avanzamento tecnologico, trasparenza nella scelta dei manager, riforma della legge 180, eliminazione (sic!) delle liste di attesa.
Come si vede, nulla che riguardi l’infanzia. Connesso al problema sanità è il problema del federalismo fiscale: secondo il modello Bossi alle Regioni andrebbe l’80% di IVA, il 15% di IRPEF, e tutto il fisco applicato a giochi e tabacchi. Se un territorio del Sud si trova ad avere un 40% di risorse mancanti, il fondo di solidarietà nazionale gliene darà la metà (il 50% del mancante), cioè il 20%. Il restante 20% se lo dovrà procurare al di fuori del fondo di solidarietà.
Secondo calcoli del centro studi “Sin tesi” alla Basilicata mancherebbero 1934 euro per abitante, alla Calabria 1789, al Molise 1776, all’Abruzzo 1220, alla Campania 1097, alla Puglia 615
(Il Sole24 ORE Sanità 20-26/5/2008).