Leggere l’antropologia per capire meglio l’uomo
- 15 Nov 2008 alle 07:23:00

Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni
Einaudi, 2007
pp. 400, euro 12,50
L’antropologia evolutiva è una disciplina poco rappresentata in Italia sia come studio che come testi di riferimento. Questo libro, edito in lingua inglese nel 1997 e nella sua terza edizione italiana del 2006 arricchita di un nuovo capitolo, colma parzialmente questo vuoto.
L’autore, affermato ornitologo e docente di fisiologia e geografia all’Università della California, con questa opera, oltre a vincere il Pulitzer, è diventato uno degli antropologi più famosi degli ultimi decenni.
La tesi del libro è che l’uomo è uguale in ogni continente (ma già Franz Boas lo affermò più di cento anni fa in L’uomo primitivo) e che le differenze di civiltà che si sono venute a creare sono legate unicamente a situazioni ambientali differenti.
Flora, fauna, ambiente geografico e clima sono stati elementi fondamentali per lo sviluppo o il crollo di una civiltà.
Scopriremo come graminacee, legumi e animali domestici abbiano cambiato radicalmente l’uomo in poche migliaia di anni. Tra i tanti capitoli degni di interesse, segnalo quello riguardo alle malattie da germi. Apprenderemo così che le epidemie infettive iniziano a verificarsi solo dopo l’avvento della civiltà (letteralmente da civis: cittadino) e dell’agricoltura. L’estremo affollamento umano in spazi molto ristretti, associato all’allevamento intensivo degli animali addomesticati, ha
letteralmente fabbricato quelle malattie che noi pediatri combattiamo quotidianamente nei nostri ambulatori e che riteniamo essere “naturali” quando invece sono solo espressione della cultura umana degli ultimi diecimila anni, mentre la storia dell’uomo è antica di centinaia di migliaia di anni. Diamond ci conduce così con entusiasmo e grande competenza alla conoscenza di un mondo, il nostro, poco conosciuto in Italia in termini evolutivi. Il libro è ormai un testo di riferimento per gli studenti di Antropologia, Ecologia e Storia nelle Università di tutto il mondo. Una lettura entusiasmante e indispensabile per chi voglia collocare l’uomo in una nuova e più corretta dimensione biologica, spogliandolo dell’antropocentrismo cristiano che pervade intimamente il nostro modo di pensare occidentale.
Einaudi, 2007
pp. 400, euro 12,50
L’antropologia evolutiva è una disciplina poco rappresentata in Italia sia come studio che come testi di riferimento. Questo libro, edito in lingua inglese nel 1997 e nella sua terza edizione italiana del 2006 arricchita di un nuovo capitolo, colma parzialmente questo vuoto.
L’autore, affermato ornitologo e docente di fisiologia e geografia all’Università della California, con questa opera, oltre a vincere il Pulitzer, è diventato uno degli antropologi più famosi degli ultimi decenni.
La tesi del libro è che l’uomo è uguale in ogni continente (ma già Franz Boas lo affermò più di cento anni fa in L’uomo primitivo) e che le differenze di civiltà che si sono venute a creare sono legate unicamente a situazioni ambientali differenti.
Flora, fauna, ambiente geografico e clima sono stati elementi fondamentali per lo sviluppo o il crollo di una civiltà.
Scopriremo come graminacee, legumi e animali domestici abbiano cambiato radicalmente l’uomo in poche migliaia di anni. Tra i tanti capitoli degni di interesse, segnalo quello riguardo alle malattie da germi. Apprenderemo così che le epidemie infettive iniziano a verificarsi solo dopo l’avvento della civiltà (letteralmente da civis: cittadino) e dell’agricoltura. L’estremo affollamento umano in spazi molto ristretti, associato all’allevamento intensivo degli animali addomesticati, ha
letteralmente fabbricato quelle malattie che noi pediatri combattiamo quotidianamente nei nostri ambulatori e che riteniamo essere “naturali” quando invece sono solo espressione della cultura umana degli ultimi diecimila anni, mentre la storia dell’uomo è antica di centinaia di migliaia di anni. Diamond ci conduce così con entusiasmo e grande competenza alla conoscenza di un mondo, il nostro, poco conosciuto in Italia in termini evolutivi. Il libro è ormai un testo di riferimento per gli studenti di Antropologia, Ecologia e Storia nelle Università di tutto il mondo. Una lettura entusiasmante e indispensabile per chi voglia collocare l’uomo in una nuova e più corretta dimensione biologica, spogliandolo dell’antropocentrismo cristiano che pervade intimamente il nostro modo di pensare occidentale.
Costantino Panza