Carabinieri narrative based, nella “modista” di Vitali
- 06 Set 2008 alle 08:31:00

Ho appena terminato la lettura dell’ultimo libro di Vitali, autore e collega nonché quasi conterraneo.
La provincia lecchese (Bellano, per l’esattezza) è al centro di tutti i romanzi di Vitali, che sembra conoscere e padroneggiare i personaggi di ogni sua storia.
La prima considerazione è che la professione di medico di base, unita alla sua straordinaria curiosità, abbia reso possibile il felice stile narrativo.
Se fossimo al cinema, penseremmo al filone della commedia all’italiana in cui si ride, ma con piacevole ironia, delle italiche manie. L’Autore cita il testo della canzone di De Gregori all’inizio del volume, paragonandosi al pianista di piano bar. Il libro si lascia leggere con grande piacere e lo consigliamo caldamente. Vorrei provare una critica in chiave narrative based medicine a partire dai due rappresentanti della legge. Il maresciallo, superficiale e vanesio, mi ha ricordato il medico paternalista che si accontenta di un’apparente verità e non si affanna a capire la realtà profonda.
L’appuntato Mari nara, mettendo a frutto conoscenza del contesto, curiosità e doti di ascolto attivo, riesce, invece, a leggere le storie in profondità. Non ho potuto fare a meno di pensare che quest’ultimo rappresenta la nuo va figura del medico formato alla “narrative”, che non si ferma all’apparenza (anamnesi tradizionale e pregiudizio) e riesce a superare i fossati tra lui e i pazienti dando un senso alle loro storie.
Michele Gangemi